Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/264

Da Wikisource.
256 capo xxvii.

di otto lustri; e fa il conto che dal 1572 al 1615 siano corsi appunto poco più di otto lustri. Il conto in aritmetica è giustissimo, ma la citata frase su cui lo appoggia non trovasi nè nel libro primo, nè in altro luogo dell’Istoria o delle opere di Frà Paolo. Il vero è che il Grisellini fu tratto in inganno dal Bergantini che anch’egli fa dire al Sarpi fatica di sette od otto lustri, ed il Bergantini fu ingannato dalla lettera del Boccalini già nominata che dice essere costata quell’Istoria una fatiga di più di sette lustri. Ma questa lettera essendo falsa, l’ipotesi del Grisellini è appieno gratuita, oltre ad essere anco inverosimile per quello che ho detto nel Capo I. Seguendo la vita del Sarpi e i lumi somministratici da lui medesimo, non ci sarà difficile di stabilire la verità.

Dice nel proemio della sua Istoria, che subito che ebbe gusto delle cose umane fu preso da gran curiosità di sapere per intiero le cose accadute al Concilio, e perciò si diede a leggere tutto che trovò stampato e quanti scritti inediti gli capitarono nelle mani. Infatti a Mantova tesoreggiò notizie dagli archivi del duca e da Camillo Oliva che fu segretario del cardinale Ercole Gonzaga, primo legato al Concilio nell’ultima riduzione. A Milano potè ricavare nuovi lumi conversando col cardinale Carlo Borromeo segretario di Pio IV suo zio. Tornato a Venezia fece amicizia ed ebbe documenti da Arnaldo Ferrier, già ambasciatore di Francia al Concilio. A Roma poi conobbe il cardinale Castagna e più altri personaggi intervenuti a quella sinodo da cui ricavò assai notizie orali; e o da mano privata, o frugan-