Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/282

Da Wikisource.
274 capo xxvii.

secolo i canoni e decreti di quella portentosa adunanza, senza origine, senza istoria, avviluppati di un religioso mistero, preceduti dagli epiteti reverendi di sacri e santi, venivano appresentati a’ cristiani come le tavole della legge scritte sul Sinai dalla mano di Dio, e assai più autorevoli dell’Evangelio. E perchè nissuno potesse interpretarne i luoghi equivoci e contraditorii in senso non favorevole agli interessi romani, «papa Pio IV, scriveva il Consultore, proibì a ciascuno d’interpretarli, e riservò quest’ufficio ad una apposita Congregazione; ed essa Congregazione con quel pretesto trasse tutto il reggimento ecclesiastico a Roma, non solo d’Italia, ma di Spagna; di forma che un vescovo non può neppure ammettere alla professione una monaca senza averne licenza da Roma. Aggiunto che la dichiarazione fatta in un dato caso non vogliono che sia applicata ad un caso identico, affine di recuperare tutti gli affari in mano loro».

Se adunque il concilio tridentino era il cardine della potenza romana, e il magico prestigio con cui aveva saputo di nuovo incatenare le opinioni che già cominciavano a vacillare in suo sfavore, a compiere il suo sistema di opposizione conveniva al Consultore di dare un’istoria altrettanto veritiera quanto circostanziata e profonda di esso concilio: bene apponendosi che ove fossero conosciuti gli intrighi della Curia per conservare od accrescere la sua potenza, i motivi subdoli opposti alla riforma degli abusi, l’incertezza de’ teologi nel discutere le materie dottrinali, le decisioni inopportune o mal digeste o