Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/299

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capo xxviii. 291


Un tutto opposto metodo segue il Pallavicino, e pare non essersi altro fine proposto tranne che di fare uno sperticato panegirico di quanto fu operato a Roma e a Trento. Suppone come una verità incontrastabile gli oggetti più controversi, e precipuamente le pretensioni più assurde della Curia romana di cui si mostra il dichiarato campione. Adulatore sviscerato dei papi, se non può lodarli ne scusa almeno i difetti e financo gli scandali. Gli paragona a Dio, ne fa altrittanti vice-dei e attribuisce loro un potere che Dio stesso non ha. La Chiesa è una instituzione politica e debbe governarsi coi mezzi della umana politica; quindi le azioni più pessime o più interessate sono lodate da lui alla pari delle più virtuose. Essa è una reggia sacra, e come in tutte le corti vi sono ufficiali inutili ma puramente per fasto e grandezza, così ancora nella Chiesa vi devono essere beneficiati che godano rendite e non servano che alla pompa. I concili non sono inspirati dallo Spirito Santo se non in quanto il papa lo vuole. Le indulgenze, le dispense, le annate, le riserve ed altri proventi spirituali sono le rendite del papa e della reggia sacra; e al modo che i principi affittano per appalto le loro gabelle, anco il papa può vendere per appalto le sue indulgenze. Le instituzioni della primitiva Chiesa, che hanno per autore Cristo e gli apostoli, non sono più buone se furono dimenticate; le moderne ancorchè nate dall’ignoranza o abusive, sono eccellenti se il papa crede così. Più dotto nella filosofia di Aristotele che nelle scienze sacre, fa di quel filosofo pagano un saldo puntello della fede ortodossa, e accusa di em-