Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/323

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capo xxix. 315

edizione della sua Istoria del Concilio di Trento, nè in tutte le ristampe che ne furono fatte da poi. È nella Introduzione, Capo II in fine.

«Mi dà materia di confermar con un vivente ragguardevole testimonio quel che ho detto fin ad ora intorno alla religione e alla passion del Soave, su la cui fede s’appoggia la sua Istoria da me impugnata: una contezza che al signor di Lionne, quel gran ministro del cristianissimo re Luigi XIV è ora piacciuto di comunicarmi per suo zelo verso la causa cattolica. Sì che io per aggiunger ciò, reputo buono il mutar questo foglio nelle copie dell’Opera non ancora sparse. Ella è, che essendo mandato il signor di Sommerdit per ambasciatore de’ signori Olandesi alla Patria del Soave; ed avuta quivi da lui opportunità di parlargli trascorsivamente; il Soave gli disse: mi rallegro sommamente d’esser vissuto fin a tanto che io abbia veduto nella mia Patria un rappresentator di quella Repubblica, la qual conosce meco questa verità; che il romano pontefice è l’Anticristo. Tutto questo aveva narrato al prenominato signor di Lionne il signor di Zuilicom, che era allora in compagnia del prenominato ambasciatore, e fu poi segretario del principe d’Oranges; e l’ha scritto (il Lionne) poc’anzi di suo carattere in una carta che sta in mia mano» (del 11 aprile 1665).

Se i documenti serviti per la sua Istoria sono tutti autentici come questo, avremmo un’altra prova che il Pallavicino non tanto curava la verità quanto di trovar materia per calunniare Frà Paolo. Tralascio che l’aneddoto pallaviciniano viene un po’ tardi com-