Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/36

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28 capo xviii.

Stato nuovo e tuttavia precario, ebbe il frate commissione secreta di predisporre le cose: ed egli ne scrisse a Filippo Duplessy Mornay, celebre calvinista, suo amico, assai potente in Francia e in molta considerazione appo Barnevelt e il principe di Nassau, principali indrizzatori della nuova repubblica. Da’ quali persuasi gli Stati Generali d’Olanda mandarono ambasciatore a Venezia Cornelio Vander Myle, genero del Barnevelt, accompagnato da un figlio di lui e da sei altri qualificati personaggi. Questa novità non piaceva molto alla Francia, meno ancora alla Spagna, faceva gelosia al papa, e ne gridavano i gesuiti. Gli ambasciatori di quelle due potenze, il nunzio, i loro partigiani dimenarono assai perchè l’Olandese non fosse ricevuto, o per lo meno ricevuto senza onore; ma Frà Paolo e i partigiani suoi, più potenti, ottennero il contrario. Sull’incertezza Cornelio si fermò lungamente a Parigi, ma infine assicurato parti e giunse a Venezia a’ 13 novembre di quest’anno. Colle cerimonie che si usavano a’ regii ambasciatori fu incontrato da’ senatori, alloggiato in palazzo pubblico, trattenuto a spese pubbliche, datogli a compagnia uno dei più illustri patrizi, divertito con feste e spettacoli all’uso veneziano, e regalato di superba collana; ebbe udienza dal Collegio e dal Senato, e molte conferenze, ora pubbliche, ora private con Frà Paolo al quale portò lettere e complimenti del principe di Nassau, del gran pensionario Barnevelt che gli raccomandava suo figlio, e di altri signori d’Olanda e Francia: chiese anco una conferenza privata col doge, al quale voleva proporre in secreto patti di commercio e di