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Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/377

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bibliografica. 369


     «Perciò l’escluderli dal Sant’Offizio negli Stati di Vostra Serenità sarebbe cosa da desiderarsi, ma difficilmente da riuscirvi per le grandi opposizioni che s’incontrerebbono dalla corte di Roma, e per la critica e taccia che verrebbe ad incontrarsi da chi non conosce il vero bene, mentre esercitar l’inquisizione con poca prudenza il più delle volte porta pregiudizi notabilissimi alla santità della religione e a’ veri principii della stessa».

§§ Sopra l’uso de monitorii introdotti in Bergamo.

§§ Sopra comunità che supplicano Brevi a Roma.

     Abbozzo di una scrittura sopra quelli che invocavano Brevi onde preservare i campi dalle calamità naturali.

Ø Sopra una processione solita farsi in Este.

     Tocca una contesa insorta fra’ canonici e’ francescani, la quale ei dichiara doversi decidere dall’autorità secolare.

§§ Sopra l’esame de’ laici al fôro ecclesiastico.

     Abbozzo di una scrittura che dovrebbe essere un pezzo eccellente perocchè fa la storia de’ tribunali ecclesiastici, gli abusi a cui diedero luogo in più paesi, e i temperamenti oppostivi dal secolare: il têma è che nissun laico può essere richiesto ad un tribunale di preti senza licenza della potestà secolare.

Ø Sopra un caso di truffa a più confraternità fatta da un prete, a chi spetta il giudizio?

     Il prete truffatore fu processato dal tribunal secolare, il vescovo ordinario pretendeva il giudizio; ma il Sarpi dimostra che rubare non è azione spirituale, perchè debba giudicarne l’autorità ecclesiastica.

§§ Sopra l’erezione di un monastero di monache in Retimo (Candia).

     Per far questo conveniva alterare le disposizioni di un testamento; ma il Sarpi fa osservare che la corte di Roma è sempre pronta a conceder tutto, anco quello su cui non ha dritto, perochè in tal guisa ella usurpa quel d’altri e s’ingrandisce; e che il mutare le disposizioni testamentarie non si appartiene al papa, ma al principe, ed è a questo cui si debbe ricorrere. La scrittura non è che un abbozzo.

§§ Sopra le confraternite laiche.

     «Le confraternità laiche, dice Frà Paolo, non sono soggette al vescovo in altro che nelle cose spirituali, che sono le orazioni,


Vita di F. Paolo T. II. 24