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tabili, passando gli obblighi e i godimenti in eredità di più generazioni. Altre difficoltà e liti accadevano per beni che il patriarcato di Costantinopoli possedeva in quell’isola.

Scritture in buon numero sull’affare della Vagandizza.

Sopra beni comunali possieduti da chiese.

Sopra editti del patriarca intorno a casi riservati.

Sopra competenza di fôro in liti di monache.

Sopra l’appellazione di preti greci dall’arcivescovo di Candia al nunzio papale in Venezia per una causa di matrimonio.

Sopra contrasti tra il magistrato di Brescia ed il vescovo a cagione di un prete omicida, ecc.

Varie scritture sopra liti o cause di confraternità laiche con preti.

Sopra l’obbligo nei cherici di pagare le imposte; sulla difficoltà di percepirle per capitazione; sulla contribuzione che i monaci Cassinesi ed altri di Venezia pagavano alla corte di Roma: sulle decime ecclesiastiche; sulla degradazione dei cherici; su fabbriche di chiese; sopra liti feudali tra un particolare e il patriarca di Aquilea; e sopra casi singolari intorno al diritto di giudicare ecclesiastici.

Diverse scritture su iuspatronati ecclesiastici, fra quali evvene intorno alla vertenza tra Roma e Venezia per l’esame del patriarca Vendramin: nell’una esamina che pregiudizio poteva recare al jus patronato della Repubblica il viaggio a Roma di esso Vendramin; nell’altra, di qual formola doveva essere il Breve che la Corte avrebbe dovuto spedire a lui; e nella terza, se il Breve che invece gli fu mandato nuoceva alle ragioni della Repubblica.