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Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/64

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56 capo xix.

tri a signoreggiare lo spirito e a stabilire una monarchia di nuovo genere, la quale ove avesse potuto prosperare avrebbe soggettato tutto l’Occidente alla teocrazia di una sêtta, e condotto il generale de’ gesuiti a quella potestà che si ebbero i papi nei secoli di mezzo, e abbassati i pontefici alla qualità di un loro subalterno. Ma come ai progressi della Spagna furono ostacolo perpetuo la Francia e i protestanti, così questi lo erano del paro ai gesuiti; onde ecco i motivi della strettissima lega di questi con quella. E perchè i gesuiti per lo spirito di corpo, pel genio operoso e intrigante, per l’educazione che davano ai giovani, e per la direzione che inspiravano alle coscienze, avevano mezzi potentissimi onde propagare i loro principii, erano dalla corte di Spagna considerati sommamente e favoriti, sicura di tenersi per loro il vantaggio nella politica europea. Il che faceva dire a Frà Paolo che per abbattere l’influenza spagnuola era necessario di bandire ovunque i gesuiti, e che lo Spagnuolo senza gesuiti era come la lattuga senza olio.

Ma poichè la Repubblica aveva fissato per massima che a conservare la declinante libertà dell’Italia conveniva ostare ai disegni della corte e dei ministri di Spagna, i partigiani di questa, oltre ad averle giurato un odio di cui vedremo altrove gli effetti, studiavano per ogni verso di avvilupparla in faccende che la distraessero.

Era fresca la rimembranza de’ trascorsi dissidi tra Roma e Venezia; e benchè il Senato inclinasse semprepiù alla concordia e il papa stanco di querele amasse la quiete e intendesse i pensieri a dar stato