Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/330

Da Wikisource.

non vorrà gradir meno il crostino perchè l’abbia arrostito un vecchio soldato. – Il giovanetto mi prese la mano, e subito ruppe nel pianto. ― Povero giovanetto! – disse il mio Zio Tobia, – educato sin da fanciullo all’armata, il nome di soldato gli suona, o Trim, come nome d’amico: – oh l’avessi io pure quì presente! – Nella marcia più lunga, – continuò il Caporale, – io non ebbi mai sì gran voglia di desinare, come allora di piangere con lui. E che dir voleva per parte mia? – scusimi Vostro Onore. ― Niente affatto, – rispose il mio Zio Tobia soffiandosi il naso, – se non che tu sei di ottimo cuore. ― Nel tempo che io gli dava il crostino, stimai bene dirgli come io fossi il servo del Capitano Shandy, e che Vostro Onore, benchè straniero, voleva bene fuor di misura a suo padre, – e se v’era cosa qualunque in casa vostra, o in cantina, ( ― e tu potevi aggiugnere eziandio la mia borsa, ― disse il mio Zio Tobia; – ) ne disponesse a piacer suo. Mi fece un inchino profondo che fu inteso a Vostro Onore, ma non rispose, perchè il suo cuore era pieno, e così ascese le scale col crostino. – E vi assicuro, o mio diletto, – gli dissi nell’aprir l’uscio di cucina, – che vostro padre tornerà di nuovo in salute. – Il curato di M. Yorick fumava la pipa vicino al focolare, – ma non disse parola nè buona nè cattiva per consolare quel giovanetto; – e mi parve mal fatto, – soggiunse il Caporale. ― E pare anche a me, – disse il mio Zio Tobia. ― Come il Luogotenente ebbe preso il bicchier di Canarie, e il crostino, sentissi un po’ ravvivato, e mandò in cucina a farmi sapere, che tra dieci minuti mi saprebbe buon grado se io salissi le scale. – Credo, – diceva l’oste, – che voglia fare le sue preghiere, perchè sopra una seggiola accanto la sponda del letto eravi un