Pagina:Biografie dei consiglieri comunali di Roma.djvu/136

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manassei cav. remigio

fu Gio: Tommaso Silvestrelli, ricco ed onesto proprietario e nella negoziatura abilissimo. —

Rifulgendo il Manassei, siccome amministratore, semprepiù di luce bellissima, a lui volle affidata la trattazione dei propri interessi anche il chiarissimo Principe D. Filippo Andrea Doria Pamphili, cui attese con ispeciale sollecitudine e con soddisfacimento gratissimo. — Egli moriva nel giorno 30 aprile del corrente anno 1874, lasciando alla famiglia la più bella eredità che possa desiderarsi nel mondo, qual’è quella di un nome immacolato, e di avere impressa di se memoria carissima in quanti lo conobbero. —

Da tal padre ben discese degnissimo figlio, chè in Remigio furono le virtù paterne trasfuse, e mentre negli studi perfezionò la mente, ebbe il cuore educato a nobili e gentili sensi dalla sua madre, che fu donna virtuosissima, ed il figlio amò con tenera predilezione. —

Remigio Manassei, d’intelligenza acutissima e di felice ingegno, si diè alle scienze legali, e così in quelle emerse, che nel 1838 era nominato procuratore Innocenziano. E tostocbè tale nomina fu a lui conferita, venne dal Silvestrelli, di cui era agente generale il padre, assunto ad assisterlo in tutti gli affari siccome procuratore. — E poiché nel 1846 il proprio genitore recavasi nel principato di Melfi a trattare gl’interessi del Principe Doria, il perchè oragli impossibile occuparsi degli affari del Silvestrelli, questi eleggeva Remigio a surrogarlo nell’amministrazione, chè pur desso erasi, sull’esempio del padre, anche nella economica scienza e nella pratica amministrativa versato. — E così seppe l’amministrazione disimpegnare, che entrò semprepiù nella stima e nella affezione del Silvestrelli, il quale, venuto a morte nell’anno 1853, volle che fra gli amministratori del suo patrimonio e contutori de’ suoi figli fosse puranco il Manassei. —

Volgeva l’anno 1860, quando Luigi il figlio primogenito dell’estinto Silvestrelli, giovane di eletto ingegno e di altissimi sensi, era dal papale governo cacciato in esilio, perciocché amante del proprio paese si era dimostrato apertamente liberale, e patriota ardentissimo. — Esule stabilì sua dimora in Toscana, ove s’ebbe l’onore di essere eletto Deputato al Parlamento nazionale. — Correva l’anno 1867, quando il Silvestrelli assalito da grave malattia, fu il Manassei che ebbe ad assisterlo, e raccolse con immenso dolore l’ultimo sospiro di lui, chè era egli l’amico suo più caro e più intimo, e nell’esilio si parve sempre meglio la corrispondenza che passava fra loro e per patriottici sensi, e per affetti gentili, onde di Roma più volte il Manassei si partiva per recarsi a trovare l’esule amico. — E qui giova notare come per siffatta intimità ed amicizia, e perchè il Manassei non parteggiò mai per