Pagina:Biografie dei consiglieri comunali di Roma.djvu/228

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sella cav. quintino

che questi propositi non riesciranno. — Fortunatamente la setta, che vuole la morte della unità italiana, necessariamente deve combattere altrove le conquiste della odierna civiltà, e nel nostro paese sarà difficile far credere che si stesse proprio meglio, quando si stava peggio. — Ma intanto la Nazione è bene che ascolti la voce dei sapienti cittadini, che la pone in guardia contro le scellerate mene d’uomini, a dirla con Dante — a mal più che a ben usi — Nel suo splendido discorso il Sella conchiude: — il passato e il preseate ci pomo essere lieto pronostico per l’avvenire. — La nostra prudente fermezza ci conciliò ormai l’animo di tutti coloro, che in Europa credono nel progresso della umanità. — Perseveriamo fidenti, chè la ragione è dalla parte nostra. — E quando taluni malanni c inquietano, giovi talvolta guardare indietro e riconoscere il progresso immenso che si è fatto. — E a questo appunto dovriano pensare tutti gl’italiani, e considerare che la patria nostra è giunta ormai al compimento de’suoi destini con sacrifici sì, ma con la guida d’uomini sapienti, cui deve saper grado, e tra questi certo debbe segnalarsi Quintino Sella, il quale in tutti gli atti della sua vita non altro si vede che l’uomo dotto, onesto, politico, il cittadino, che ad altro non anela che alla felicità della patria, al benessere del popolo, sì il cittadino, che si ha guadagnato il diritto alla pubblica e privata benemerenza, il cittadino, che con la potenza del suo ingegno, delle sue cognizioni, del suo sapere, potrà essere un sostegno sempre maggiore al nazionale edificio. —

Non ispirito di parte, non ombra di adulazione trascina noi a porgere in queste nostre pubblicazione un tributo di lode a Quintino Sella, ma è imparzialità di giudizio, è la giusta ragione, che ci presenta in lui un italiano sincero, un cittadino sapiente, un uomo su cui può riposare la patria, e noi non esitiamo a consegnarlo in queste nostre biografiche memorie, siccome in cronaca dei nostri tempi, a perpetuità di ricordo e a splendore d’esempio bellissimo. —





Roma — Marzo 1875 Editore Riccardo Fait.