Pagina:Biologia marina.djvu/58

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34 Capitolo secondo

paragonabile a quella del crepuscolo. Corollari biologici d’alto interesse si traggono dalle nozioni acquisite intorno al comportamento della luce. Ricorderete come le piante marine» per nutrirsi, decompongano l’anidride carbonica disciolta nell’acquii e come un tale processo, al pari di quanto si verifica nelle piante terrestri, sia dovuto ad una speciale sostanza colorata tipicamente in verde, la clorofilla, che funziona mercè il concorso della luce. Ora è indubitato che vari fattori, ancora non ben conosciuti nei loro effetti, governano la distribuzione delle Alghe; citerò soltanto l’agitazione delle acque e la natura del substrato, ma una influenza di prim’ordine va certamente ascritta ai raggi luminosi. In tesi generale possiamo ammettere che le Alghe verdi richiedano una maggiore intensità luminosa; esse vivono sino a poche diecine di metri di profondità e ben di rado oltrepassano i cento. Per contro si può ritenere che le Alghe rosse (le quali hanno un pigmento rosso mescolato alla clorofilla) si contentino di una debolissima luce; sebbene non manchino rappresentanti lungo la scogliera superficiale, talune specie discendono a profondità più che doppia (almeno 250 m.). Secondo una teoria molto in voga tra i biologi qualche tempo fa, la distribuzione delle Alghe dipenderebbe in larga misura dal colore dei raggi luminosi inquantochè la pianta tenderebbe ad assumere la tinta complementare di quella dei raggi superstiti ad una determinata profondità. Le Alghe verdi starebbero là dove i raggi rossi (molto efficaci per l’assimilazione) filtrano ancora in at)bondanza; le Alghe rosse là dove i raggi rossi sono estinti e giungono soltanto i verdi, gli az