Pagina:Bisi Albini - Donnina forte, Milano, Carrara, 1879.djvu/20

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evitare delle domande che mi seccano, e delle questioni che mi irritano) nascondo in fretta e in furia i miei scartafacci e i miei libri, e corro all’uscio.

Ma la vigilia di Natale tutto era chiuso, serio e ordinato. Soltanto miss Jane scomparve colla sua Bibbia.

La porta si aperse: e entrò mia zia con mio cugino, il marchese Gian Carlo ***

Non lo conoscete? è quel giovane biondo, colla caramella all’occhio: che quest’anno ha quel paletò chiaro, lungo, stretto alla vita come l’abito di una signora... Oh, è impossibile che non lo conosciate, almeno di vista.

Mi salutò stringendomi la mano con energia e con serietà, come se facesse una solenne promessa, e inchinandosi senza parlare.

Mio cugino è un giovane di spirito... dicono.

Io non saprei dire se è vero, perché con le signorine non si degna di far dello spirito.

Dio mio! Cosa c’è di più insignificante a questo mondo di una signorina!

È una creatura senza carattere e senza opinioni; che si lascia rimpastare in una forma nuova dalle diverse circostanze e dalle diverse conoscenze.

Che cosa ve ne pare? è orribile, non è vero?! Però... — Non mi leggete che voi, care compagne, e possiamo farci delle confessioni. Sentite: è un fatto che molte signorine si studiano di non dire mai quello che pensano, come se fosse, che so io! un’indecenza.