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I

DISCORSO SETTIMO 147

Guibert oltre il merito di aver creata la letteratura militare, ornando di bel dire e cosi rendendo popolari materie tutte speciali ed aride per natura, ha quello di avere esposto lo stato della scienza al suo tempo e preveduti in parte i suoi futuri progressi. Egli nella sua prima opera, il Saggio di tattica, sebbene avesse fatto ben conoscere il sistema prussiano, pure non interamente colpi nel segno, rimproverandoglisi di avere negletti molti suoi rami, di essersi circoscritto alla sola tattica e di avere sovente tolto in iscambio gli strumenti e l’operatore, e cosi dato ai metodi un valor che non hanno se non quando una mente sublime li adopera. Ma però si convenne generalmente del merito della sua seconda opera: Difesa del sistema moderno di guerra; opera in cui nel sostenere l’ordine sottile come sviluppo e conseguenza dell’abolizione delle picche dovuta a Vauban, ricongiunge le operazioni di Turenna con quelle di Villars e di Federico, facendo notare i vantaggi che i piccioli eserciti davano al primo, l’imbarazzo di cui riusciva il loro aumento al secondo, e come il terzo ne traesse partito mercé del vantaggio dei metodi tattici che ne facilitavano ed assicuravano i movimenti.

Il Tempheloff, attore e scrittore della guerra dei sette anni, avea la conoscenza piú compiuta e piú positiva dell’esercito prussiano e delle alte vedute dell’illustre suo capo, e nella sua storia ha descritto le battaglie da tattico ed ha creato a parer nostro la storia militare. Egli svolse egualmente i principi della strategia e se ne servi come massima comune misura per giudicare le militari operazioni.

Ciò che il Tempheloff aveva trattato come episodi storici l’inglese Lloyd lo tratta scientificamente nelle sue Memorie. Inferiore al Guibert in tutto ciò che si appartiene alla tattica, gli è superiore di molto nella filosofia della guerra e nella strategia. Quanto alla prima stabilisce che l’agente principale della guerra è l’uomo, che questi essendo un essere sensibile, intelligente e libero, non poteva esser trattato come una macchina, ma dovea venire studiato per esser compreso e quindi diretto secondo i suoi bisogni, le sue tendenze e le sue passioni. Quanto