Pagina:Blanch - Della scienza militare.djvu/158

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dei sarcasmi degl* invidi e del gridar dei malevoli creava l’esercito e difendeva il paese. Ivi la natura delle cose contrapponendo truppe nuove a truppe istruite e agguerrite, fece sorgere la guerra di bersaglieri che vedremo svilupparsi vie meglio nelle prime campagne della rivoluzione. L’insieme delle operazioni del generale americano può sostenere l’analisi senza temer la censura dei periti nell’arte, ed egli è ben meritevole dell’eloquente e semplice elogio che gli si fece allorché fu chiamato « il primo nella guerra, il primo nella pace, il primo nelle nostre affezioni ».

Da quanto dicemmo rilevasi che la guerra divenuta era una scienza generale in Europa, che aveva gli stessi metodi, che si operava per imitazione e non per esclusione. E ciò derivava dallo stato scientifico e dallo stato sociale che rivestivano lo stesso carattere di unitá; il che dimostrammo giá in parte ed anche vie meglio dimostreremo qui appresso.

Lo stato delle scienze nel secolo decimottavo è ben noto, ma ciò non pertanto noi non tralasceremo di darne un breve sunto e di determinarne il carattere. Le scienze esatte si necessarie all’avanzamento de* metodi di guerra furono in progresso. Sono da notarsi particolarmente le scoperte fatte nel calcolo infinitesimale dai Manfredi, Bernoulli, Nicolas, Parant e l’Ermanno di Basilea. La teoria delle tangenti ai punti moltiplici delle curve fu rischiarata dal Seurin, e soprattutto l’ Eulero spiegò tutte le forze dell’alto suo ingegno nelle integrazioni delle equazioni separate. D’Alembert, Clairault, Fontana, Borda e Condorcet si reser famosi per le medesime investigazioni, e produssero nel calcolo una serie di veritá luminose e suscettive di utili applicazioni agli umani bisogni si nella pace che nella guerra. La meccanica progredí profittando di tutti i passi che l’analisi avea fatti, e r Eulero pose in luce la teoria de’ movimenti rettilinei e curvilinei de’ corpi isolati sottomessi all’azione di una forza acceleratrice sia nel vuoto o in un mezzo di resistenza. Intanto il Bernoulli gli riduceva alle leggi naturali della statica resa perfetta. Il D’Alembert riassumeva e generalizzava questi problemi tutti nel suo eccellente trattato di dinamica.