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DISCORSO SETTIMO I53

Tanti e si fatti progressi nelle scienze esatte avevano le lor conseguenze. L’astronomia per esempio fece gran passi e divenne feconda in scientifiche veritá, deducendole da tutte quelle scoperte nelle scienze che le servono di base, ed entrò in una luminosa ed insieme util carriera; e cosi il Boucher potette misurare il meridiano, e La Condamine, Camus e Maupertuis potettero ripetere in Lapponia la stessa operazione. Ninno ignora i lavori dei due Cassini, padre e figlio, sui movimenti di vibrazione della luna. Il Boschovich facea servire le conoscenze astronomiche ai progressi della geografia ed alla formazione delle carte. Queste cognizioni sulla sublime scienza de’ movimenti degli astri preludevano alla grande opera che dovea farle compiute nel nostro secolo, alla meccanica celeste dell’illustre Laplace, che ha meritato da un grande oratore lo splendido elogio di aver tolto gli « scandali » dal cielo, sottomettendone i fenomeni tutti ad una legge e rendendoli suscettivi di essere calcolati.

Le scienze naturali per quella legge comune a tutti i rami dello scibile umano dovevano avere uno sviluppo rapido assai, mentre la sola appHcazione dell’analisi ai fenomeni della natura doveva far progredire in mezzo secolo le scienze naturali piú che non avean progredito in tutti i secoli anteriori. La chimica fu creata, e quando vi era una scienza che decomponeva i corpi nei loro piú semplici elementi, ne risultava che le loro proprietá erano ben conosciute, e la conoscenza de’ semplici tendeva a far ottenere quella de’ composti. Buon numero di cultori distinti delle scienze naturali in questa epoca comprova la nostra asserzione. In effetto Geoffroy, Vallisnieri, Trambley, Réaumour precedevano ed annunziavano in un certo modo il gran Buffon, che elevò un gran monumento alle scienze naturali e legolle alla letteratura mercé del suo eloquente modo di esporre quei misteriosi fenomeni. Il Dolomieu, lo Spallanzani e il Daubanton fecero lavori di una estrema utilitá quanto ai progressi delle scienze naturali, si nei vari lor rami che nelle loro classificazioni. L’immortale Linneo, preceduto dal Rey, dal Tournefort, dal Micheli, risolvette il grave problema di