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facilmente riuscire a promuovere innovazioni in campagna, ma solo coloro che sorvegliano i propri possedimenti, o incaricati da altri, attendono a quelle faccende.
Quindi non può darsi a costoro un libro che richieda lungo studio per apprendere quelle regole e precetti che debbono mettere poi in pratica.
Essi vogliono regole e pochi ragionamenti, o meglio un piccolo manuale, e non un volume.
Il sistema di coltivazione che vi propongo, è il razionale semplice, il quale consiste nel tenere le viti basse sostenute da canne e raccomandate ad un filo di ferro, e per i terreni molto sterili e scoscesi, a ceppaia, rette da un semplice palo, o dal proprio stelo quando fossero adulte.
Prima però che incominci, già sento ripetere: — A che pro far tutto questo se del vino ne abbiamo tanto che siamo costretti venderlo a prezzo vilissimo?
Ma, di grazia, quale è il vino che avete? Sì, ne avrete del vino, ed anche molto, ma confezionato con uve molteplici, non costituenti un tipo unico, senza gusto aggradevole, e sopratutto acerbo per mancanza di maturazione, per cui è difficile che si conservi oltre un anno.
E pretendereste forse far del commercio con questa specie di vini?
Ma voi stessi, o proprietari, per l’uso della vostra famiglia, non ne fate forse a parte una piccola quantità con le migliori uve che avete?
E con tutto questo, non riconoscete che il vino che vendete è di tale qualità che non trova consumatori che nelle osterie frequentate unicamente da braccianti ed operai?