questa seccaggine stanotte. — Dalle quali parole forse assicurato
uno che dentro dalla casa era, ruffiano della buona femina,
il quale egli né veduto né sentito avea, si fece alle finestre e
con una voce grossa, orribile e fiera disse: — Chi è lá giú? —
Andreuccio, a quella voce levata la testa, vide uno il quale, per quel poco che comprender potè, mostrava di dovere essere
un gran bacalare, con una barba nera e folta al volto, e come
se del letto o da alto sonno si levasse, sbadigliava e stropicciavasi gli occhi. A cui egli, non senza paura, rispose: — Io
sono un fratello della donna di lá entro. — Ma colui non aspettò
che Andreuccio finisse la risposta, anzi, piú rigido assai che
prima, disse: — Io non so a che io mi tengo che io non vengo
lá giú, e deati tante bastonate quante io ti vegga muovere, asino
fastidioso ed ebriaco che tu dèi essere, che questa notte non
ci lascerai dormire persona! — E tornatosi dentro, serrò la finestra. Alcuni de’ vicini, che meglio conoscieno la condizion di
colui, umilmente parlando ad Andreuccio dissero: — Per Dio,
buono uomo, vatti con Dio; non volere stanotte essere ucciso
costì; vattene per lo tuo migliore. — Laonde Andreuccio, spaventato
dalla voce di colui e dalla vista, e sospinto da’ conforti
di coloro, li quali gli pareva che da caritá mossi parlassero,
doloroso quanto mai alcuno altro e de’ suoi denar disperato,
verso quella parte onde il dì aveva la fanticella seguita, senza
saper dove s’andasse prese la via per tornarsi all’albergo. Ed
a se medesimo dispiacendo per lo puzzo che a lui di lui veniva, disideroso di volgersi al mare per lavarsi, si torse a man
sinistra e su per una via chiamata la Ruga catalana si mise;
e verso l’alto della cittá andando, per ventura davanti si vide
due che verso di lui con una lanterna in mano venieno, li quali
temendo non fosser della famiglia della corte o altri uomini a mal far disposti, per fuggirgli, in un casolare il qual si vide
vicino pianamente ricoverò. Ma costoro, quasi come a quello
proprio luogo inviati andassero, in quel medesimo casolare se
n’entrarono; e quivi l’un di loro, scaricati certi ferramenti che
in collo avea, con l’altro insieme gl’incominciò a guardare, varie cose sopra quegli ragionando. E mentre parlavano, disse