Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/134

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128 l'elegia di madonna fiammetta


quasi la maggior parte viene da’ cieli; Lachesis serva alla sua rocca la decretata legge, e ogni cosa mena per limitata via: il primo dí ci diede lo stremo, né è licito d’avere le avvenute cose rivolte in altro corso. L’avere voluto il mobile ordine tenere nocque giá a molti, e a molti ancora l’averlo temuto; però che mentre essi li loro fati temono, giá a quelli sono pervenuti. Adunque lascia li dolori li quali volontaria hai eletti, e vivi lieta negl’iddíi sperando, e opera bene, però che spesso avvenne giá che qualora l’uomo piú alla felicitá si crede lontano, allora in quella con disavveduto passo è entrato. Molte navi, correndo felicemente per gli alti mari, giá ruppero all’entrata de’ salvi porti; e cosí alcune, di salute disperate del tutto, salve in quelli alla fine si ritrovarono. E io ho giá veduti molti alberi dalle fiammifere folgori di Giove percossi, ivi a pochi tempi pieni di verdi frondi; e alcuni, con sollecitudine riguardati, da non conosciuto accidente essersi secchi. La fortuna dá varie vie, e cosí come ella di noia t’è stata cagione, cosí, se sperando la tua vita nutrichi, ti sará similmente di gioia. —

Non una sola volta ma molte usò verso me la savia balia cotali parole, credendosi da me potere cacciare li dolori, e l’ansietá riserbate solamente alla morte; ma di quelle poco o nulla toccava con frutto l’occupata mente, e la maggior parte perduta si smarria tra l’aure, e il mio male di giorno in giorno piú comprendea la dolente anima: per che spesso supina sopra il ricco letto col viso tra le braccia nascoso, nella mente varie cose e grandi rivolgea. Io dirò crudelissime cose, e quasi da non dovere essere credute da donna essere pensate, se avvenire per addietro cosí fatte, o maggiori, non si fossero vedute. Essendo io nel cuore vinta da incomparabile doglia, sentendomi dal mio amante disperata lontana, cosí fra me a dire cominciai:

«Ecco, quella cagione che la sidonia Elissa ebbe d’abbandonare il mondo, quella medesima m’ha Panfilo donato, e molto peggiore. A lui piace che io, abbandonate queste, nuove regioni cerchi; e io, poiché suggetta gli sono, farò quello che