Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/144

Da Wikisource.
138 l'elegia di madonna fiammetta


per tanto in esso pericolo grandissimo conobbi del mio onore, sapendo come le viandanti pellegrine, alle quali alcuna forma si vede, siano sovente ne’ cammini trattate dagli scedanti; e oltre a questo, me al caro marito sentendo obbligata, senza lui non vidi come essere potesse l’andata o senza sua licenza, la quale da sperare non era giammai; per la qual cosa questo pensiero come vano abbandonai, e subitamente in un altro non poco malizioso mi trasportai, e fatto mi credetti ch’el venisse, e sarebbe, se alcuno caso avvenuto non fosse, ma nel futuro spero non mancherá, solo che io viva. Io mi infinsi d’avere in queste mie predette avversitá, se Iddio mi traesse di quelle, fatto alcuno vóto, il quale volendo fornire, con giusta cagione poteva e posso volere, passare per lo mezzo della terra del mio amante, per la quale passando non mi mancava cagione di lui volere e dover vedere, e a quello rivocare per che io andava.

E certo, come io dico, io lo scopersi al caro marito, il quale a ciò fornire sé lietamente offerse, ma tempo a ciò competente, come è detto, disse volea che attendessi; ma l’indugio a me gravissimo, e temendolo vizioso, mi fu cagione d’entrare in altri avvisi, e tutti mi vennero meno, fuori solamente d’Ecate34 le mirabili cose, le quali, acciò che a’ paurosi spiriti sicurissima mi commettessi, piú volte con diverse persone, vantantisi ciò sapere operare, ebbi ragionamenti; e alcune di trasportarmi subitamente impromettendomi, altre di sciogliere la sua mente da ogni altro amore e nel mio ritornarlo, altre dicendo di rendere a me la pristina libertá, volendo io d’alcuni di questi all’effetto venire, piú di parole che d’opere li trovai pieni; onde non una volta, ma molte rimasi da loro nella mia speranza confusa, e, per lo migliore, senza piú a queste cose pensare, mi diedi ad aspettare il tempo congruo dal caro marito promesso a fornire il vóto fittizio.