Vai al contenuto

Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/149

Da Wikisource.

capitolo vii 143


« — Delle parti d’Etruria, e della piú nobile cittá di quella vengo, e quindi sono. —

Come io udii questo, d’una patria col tuo Panfilo il conobbi, e dimandailo se egli il conosceva, e che di lui era; e quegli rispose di si, e di lui molto bene mi narrò, e oltre a ciò disse che egli con lui ne sarebbe venuto, se alcuno picciolo impedimento non l’avesse tenuto, ma che senza fallo in pochi dí qua sarebbe. In questo mezzo, mentre queste parole avevamo, li compagni del giovane tutti in terra scesi con le loro cose, ed egli con esso loro, si partirono. Io, lasciato ogni altro affare, con tostissimo passo, appena tanto vivere credendomi che io te ’l dicessi, qui ne venni ansando, come vedesti, e però lieta dimora, e caccia la tua tristizia. —

Presila allora, e con lietissimo cuore baciai la vecchia fronte, e con dubbioso animo poi piú volte la scongiurai e dimandai da capo se questa novella vera fosse, disiderando che non il contrario dicesse, e dubitando che non m’ingannasse; ma poi che piú volte sé dire il vero con piú giuramenti m’ebbe affermato, benché ’l sí e ’l no, credendolo, nel capo mi vacillasse, lieta con cotali voci gl’iddíi ringraziai:

— O superno Giove, de’ cieli rettore solennissimo, o luminoso Apollo a cui niente s’occulta, o graziosa Venere pietosa de’ tuoi suggetti, o santo fanciullo portante li cari dardi, lodati siate voi. Veramente chi in voi sperando persevera, non può perire a lungo andare. Ecco che per la grazia di voi, non per li meriti miei, il mio Panfilo torna, il quale io non vedrò prima che li vostri altari, stati per addietro incitati per li miei ferventissimi prieghi e bagnati d’amare lagrime, d’accettevoli incensi saranno onorati, dandoli io. E a te, o Fortuna, pietosa tornata de’ miei danni, la promessa immagine testante li tuoi beneficii donerò di presente. Priegovi non per tanto con quella umiltá e divozione che piú vi puote esaudevoli rendere, che voi ogni accidente possibile a disturbare la proposta tornata del mio Panfilo sturbiate e togliate via, e lui sano e senza impedimento qui produciate, come egli fu mai. —