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10 | l'elegia di madonna fiammetta |
gravitá elevati, intra la moltitudine de’ circustanti giovani con
aguto riguardamelo distesi: e oltre a tutti, solo e appoggiato ad una colonna marmorea, a me dirittissimamente uno
giovane opposto vidi; e, quello che ancora fatto non avea
d’alcuno altro, da incessabile fato mossa, meco lui e li suoi
modi cominciai ad estimare. Dico che, secondo il mio giudicio, il quale ancora non era da amore occupato, egli era
di forma bellissimo, negli atti piacevolissimo e onestissimo
nell’abito suo, e della sua giovanezza dava manifesto segnale
crespa lanugine, che pur mo’ occupava le guancie sue; e me
non meno pietoso che cauto rimirava tra uomo e uomo. Certo
io ebbi forza di ritrarre gli occhi da riguardarlo alquanto,
ma il pensiero, dell’altre cose giá dette estimante, niuno
altro accidente, né io medesima sforzandomi, mi potè tôrre.
E giá nella mia mente essendo l’effigie della sua figura rimasa,
non so con che tacito diletto meco la riguardava, e quasi con
piú argomenti affermate vere le cose che di lui mi pareano,
contenta d’essere da lui riguardata, talvolta cautamente se
esso mi riguardasse mirava.
Ma intra l’altre volte che io, non guardandomi dagli amorosi lacciuoli, il mirai, tenendo alquanto piú fermi che l’usato ne’ suoi gli occhi miei, a me parve in essi parole conoscere dicenti: «O donna, tu sola se’ la beatitudine nostra». Certo, se io dicessi che esse non mi fossero piaciute, io mentirei; anzi si mi piacquero, che esse del petto mio trassero un soave sospiro, il quale veniva con queste parole: «E voi la mia». Se non che io, di me ricordandomi, gli le tolsi. Ma che valse? Quello che non si esprimea, il cuore lo ’ntendeva con seco, in sé ritenendo ciò che, se di fuori fosse andato, forse libera ancora sarei. Adunque, da questa ora innanzi concedendo maggiore arbitrio agli occhi miei folli, di quello che essi erano giá vaghi divenuti li contentava; e certo, se gl’iddíi, li quali tirano a conosciuto fine tutte le cose, non m’avessero il conoscimento levato, io poteva ancora essere mia; ma ogni considerazione all’ultimo posposta, seguitai l’appetito, e subitamente atta divenni a potere essere presa; per che, non