Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/187

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annegare però che non l’averia potuto maritare per povertá. Per la qual cosa essa ne fu assai grama, e stando con gran malinconia le apparve in sogno Iside dea delli Egizii appresso del Nilo fiume, e sí la confortò e comandolle che non dovesse ammazzare la creatura fernina che facesse. Donde essa da poi partorio; e partorendo femina disse a Ligdo che era maschio e poseli nome Ifi per nome dell’avolo suo, e nutricollo come maschio fino in etá di otto anni e si li diè moglie una putta chiamata Iante; e venendo il tempo del matrimonio, Teletusa predetta fece orazione divotamente a Iside, che come di suo comando l’avea campata dalla morte, così li piacesse di trasformarla di femina in maschio acciò che potesse usare con la Iante sua moglie. E cosí fu esaudita che la prima notte dormendo con essa diventò maschio.

Al capitolo terzo.

[e quale Arunte]. Arunte secondo che pone Lucano fu grandissimo astrolago il quale per contemplare meglio il cielo delle stelle stava nelli monti della cittá dove fu Luni, e che sono in quello di Lucca dove si cava il marmo bianco. Esso essendo in questi monti, predisse la battaglia di Cesare e di Pompeo, che fu in Tessaglia.

Al capitolo quarto.

[Achemenide]. Secondo pone Virgilio, Omero e Ovidio, fu uno de’ compagni d’Ulisse, il quale rimase in Cicilia appiè delli scogli del monte d’Etna, quando Ulisse arrivò per fortuna nel detto loco dopo la distruzione di Troia. E tanto stette ivi perfino che passò Enea quando venne in Italia per far Roma, e da lui fu tolto per misericordia in sulle navi non ostante fosse greco; e cosí scampò dalle mani di Polifemo gigante che avea voluto divorare Ulisse con tutti li suoi compagni.