Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/194

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188 l'elegia di madonna fiammetta


ed esso esaudendolo gli comandò che se volea essere liberato andasse al fiume Pattolo e dentro vi si lavasse e allora sarebbe libero della detta sconcia grazia per lui domandata; e così fe’. Per la qual cosa il detto fiume ha sempre menato vena d’oro. E vergognandosi poi esso Mida e avendo in odio la gente, abitò nelle ville e nel li boschi, ove esso stando ed essendo pur poco savio, volle contendere con lo iddio Pan dio de’ pastori e maestro delli suoni, che esso Mida sonava meglio di lui; e furono alla pruova e fu giudicato che lo dio Pan sonava meglio di lui. Laonde Febo per correggere la sua pazzia gli fe’ l’orecchie dell’asino le quali tenne ascose lungo tempo, ma uno suo famiglio vedendogli tondere li capelli vide che avea l’orecchie dell’asino, e non potendolo ritenere per paura lo disse alla Terra ove subito nacquero cannuccie le quali traendo il vento e percotendosi insieme diceano: «lo re ha l’orecchie dell’asino». Onde dice Ovidio:

Creber harundinibus tremulis ibi surgere lucus
Coepit, et ut primum pieno maturuit anno
Prodidit agricolam: leni narri motus ab austro
Obruta verba refert, dominique coarguit aures.

[Met., XI, 190-193].

[di prendere vendetta di Febo]. Febo come fu detto dinanzi fu iddio della sapienza e uccise Fitone il gran serpente il quale la terra produsse dopo il diluvio di Pirra e Deucalione. Vedendo un dí Cupido iddio dell’amore con l’arco in mano, si fe’ beffe di lui gloriandosi che esso Febo avea morto il detto serpente e dicendogli: «Perché porti tu l’arco e le saette le quali si convengono a noi?». A cui Cupido rispose: «Io ti farò provar la possanza dell’arco e delle saette mie». E mise mano all’arco e alle saette e prese una saetta d’oro la quale induce l’amore, e ferí il detto Febo. Onde Febo innamorò subito d’una giovinetta la quale ebbe nome Danne, figliuola di Peneo, ed essa il detto Cupido saettò e ferí con una saetta di piombo la quale ha questa virtú che caccia ogni amore; e però Febo l’amava con ardentissimo amore ed essa