Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/258

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252 l'elegia di madonna fiammetta


rucciatasi contra di lui, gli mise una fame sì grande in corpo, che veruna cosa li bastava a saziarlo, e manicò se medesimo a poco a poco».

Teseida, 108-109: «Erisitone fu disprezatore delle forze degli iddíi, il quale per dispetto di Diana fece tagliare una quercia la quale era consecrata a Diana; di che Diana turbata, gli mise sì fatta fame adosso, che primieramente manicatosi ciò che egli aveva e non potendo torsi la fame... divenne magrissimo, e ultimamente morì di fame».

Elegia, 183: «Danao ebbe cinquanta figliuole femine, ed ebbe un fratello, il quale ebbe nome Egisto ch’ebbe cinquanta figliuoli maschi, li quali presero per loro spose le dette cinquanta loro consobrine; alle quali Danao comandò che ciascuna dovesse la prima notte ammazzare lo suo marito, e questo fe’ acciò che rimanesse senza erede per tutto lo reame [e lo reame] rimanesse a lui. E così fecero tutte eccetto una la quale ebbe nome Ipermestra che fu maritata col fratello minore ch’ebbe nome Lino, che non l’ammazzò. Si che di cinquanta ne campò uno solo etc. Il detto Danao fu figliuolo di Belo».

Teseida, 13-14: «Belo fu re in una parte di Grecia, e ebbe due figliuoli: l’uno ebbe nome Danao, il quale fu re dopo la morte del padre e ebbe cinquanta figliuole, l’altro ebbe nome Egisto e ebbe cinquanta figliuoli maschi; e di pari concordia diedono le cinquanta figliuole di Danao per mogli alli cinquanta figliuoli d’Egisto; e ordinò Danao, per tema lo quale aveva de’ figliuoli d’Egisto che non gli togliessero il regno, che ciascuna delle figliuole, la prima notte che co’ mariti giacessero, ciascuna uccidesse il suo, fuori che una etc. Ipermestra, Lino etc.».

Credo che non occorra continuare in altri raffronti. Chi vuole può ancora confrontare: Argo ( Elegia, 185; Teseida, 168); Ariete (Elegia, 194; Teseida, 89); Atamante ( Elegia, 195; Teseida, 143); Siila (Elegia, 198; Teseida, 165); Dedalo (Elegia, 199; Teseida, 132); Cloto, Lachesis, Atropos ( Elegia, 203; Teseida, 298); Fetone ( Elegia, 207; Teseida, 274); Piramo e Tisbe (Elegia, 209; Teseida, 204) etc.

È importante, per quanto sia un dato esterno, notare che nelle Chiose all’Elegia è conservata l’abitudine del Boccaccio nello stendere le Chiose per il Teseida, cioè di ripetere la chiosa quando nel testo ricorreva nuovamente la parola che aveva data occasione ad una prima chiosa, ma di farla molto piú breve (come fu detto dinanzi; etc.).

Il lato nuovo e interessante delle Chiose all’Elegia rispetto a quelle al Teseida, è la citazione della fonte. Si può dire che in queste Chiose c’è la testimonianza di quasi tutta la cultura latina del