Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/62

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56 l'elegia di madonna fiammetta


In cotal guisa, quale udito avete, i giorni e le notti trapassava aspettando. Vero è che, avvicinandosi il tempo della promessa tornata io estimai che utile consiglio fosse il vivere lieta, acciò che le mie bellezze, alquanto smarrite per l’avuto dolore, ritornassero ne’ loro luoghi acciò che egli tornando, io essendo sformata non gli potessi spiacere. E questo mi fu assai agevole a fare, però che il giá essermi negli affanni adusata, quelli con pochissima fatica portava, e oltre a ciò la propinqua speranza del promesso tornare con non usata letizia ogni di mi si faceva piú sentire. Io le feste non poco intralasciate, dando di ciò al sozzo tempo cagione, venendo il nuovo, ricominciai ad usare: né prima l’animo da gravissime amaritudini ristretto si cominciò in lieta vita ad ampliare, ch’io piú bella che mai ritornai; e li cari vestimenti e li preziosi ornamenti, non altramente che il cavaliere per la futura battaglia risarcisce le sue forti armi dove bisogna, li feci belli, acciò che in quelli piú ornata paressi nel suo tornare, il quale io invano e ingannata aspettava.

Adunque, sí come gli atti si tramutarono, cosí si fecero i miei pensieri. A me il non averlo nel suo partir veduto, né il tristo agurio del piè percosso, né le sostenute fatiche di lui, né li dolori ricevuti, né la nemica gelosia piú nella mente venivano, anzi giá forse a otto dí alla sua promessa vicina, fra me diceva:

«Ora al mio Panfilo rincresce l’essere a me stato lontano, e sentendo il tempo vicino a ciò che promise, di tornar s’apparecchia; e forse ora, lasciato il vecchio padre, è nel cammino». Oh quanto m’era cotal ragionare caro, e quanto sopr’esso volentieri mi volgeva, molte volte entrando in pensiero con che atto a lui piú grazioso mi dovessi ripresentare! Oimè! quante volte dissi:

«Egli fia nella sua tornata da me centomilia volte abbracciato, e i miei baci multiplicheranno in tanta quantitá, che niuna parola intera lasceranno della sua bocca uscire; e in cento doppii renderò quelli che esso, senza riceverne nullo, diede al tramortito viso».