Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/79

Da Wikisource.

capitolo v 73


giuramenti tu non ti puoi con ragione biasimare, però che egli a te tornando nella tua camera l’uno e l’altro adempie.

«Priega adunque Iddio che Amore, il quale piú che saramento o promessa fede puote, il costringa a tornarci. E oltre a questo, perché per la turbazione della giovane di lui prendi sospetto? Non sai tu quanti giovani te amano invano, i quali, sappiendo te essere di Panfilo, senza dubbio si turberebbero? Cosí déi credere possibile lui essere amato da molte, alle quali pare duro di lui udire quello che a te dolse, benché per diverse ragioni a ciascuna ne incresca.»

E in cotale modo me medesima dimentendo, quasi in su la prima speranza tornando, dove molte bestemmie mandate aveva, con orazioni supplico in contrario.

Questa speranza in cotal guisa tornata, non avea però forza di rallegrarmi, anzi con tutta essa con turbazione continua e nell’animo e nell’aspetto era veduta, e io medesima non sapeva che farmi. Le prime sollecitudini erano fuggite; io avea nel primo impeto della mia ira gittate via le pietre, le quali de’ giorni stati erano memorevoli testimonie, e aveva arse le lettere da lui ricevute, e molte altre cose guastate. Il rimirare il cielo piú non mi gradiva, sí come a colei che incerta era della tornata allora, sí come certa me ne pareva essere avanti. La volontá del favoleggiare se n’era ita, e il tempo, che molto aveva le notti abbreviate, nol concedea, le quali sovente, o tutte o gran parte di loro, io passava senza dormire, continuamente o piangendo o pensando passandole; e qualora pure avveniva che io dormissi, diversamente era da’ sogni occupata, alcuna lieti vegnenti, e alcuna tristissimi. Le feste e i templi m’erano noievoli, né mai se non di rado, quasi non potendo altro fare, li visitava. E il mio viso, pallido ritornato, faceva tutta malinconosa la casa mia, e da varii variamente di me parlare: e cosí, aspettando, e quasi che non sappiendo, malinconica e trista mi stava.

Li miei dubbiosi pensieri il piú mi traevano tutto il giorno incerta di dolermi o di rallegrarmi; ma vegnendo la notte, attissimo tempo alli miei mali, trovandomi nella mia camera