Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/105

Da Wikisource.

notte poco avanti a quell’ora avere nel sonno veduto Dante suo padre, vestito di candidissimi vestimenti e d’una luce non usata risplendente nel viso, venire a lui; il quale gli parea domandare se ’l vivea, e udire da lui per risposta di si, ma della vera vita, non della nostra. Per che, oltre a questo, gli pareva ancor domandare se egli avea compiuta la sua opera avanti il suo passare alla vera vita; e, se compiuta l’avea, dove fosse quello che vi mancava, da loro giammai non potuto trovare. A questo gli pareva similemente udir per risposta: — Si, io la compie’; — e quinci gli parea che il prendesse per mano, e menasselo in quella camera dove era uso di dormire quando in questa vita vivea, e toccando una parte di quella, diceva: — Egli è qui quello che voi tanto avete cercato. — E, questa parola detta, ad un’ora il sonno e Dante gli parve che si partissono. Per la qual cosa affermava sé non esser potuto stare senza venirgli a significare ciò che veduto avea, accioché insieme andassero a cercare il luogo mostrato a lui, il quale egli ottimamente nella memoria avea segnato, a vedere se vero spirito o falsa delusione questo gli avesse disegnato. Per la qual cosa, comeché ancora assai fosse di notte, mossisi insieme, vennero alla casa nella quale Dante quando mori dimorava; e, chiamato colui che allora in essa stava e dentro da lui ricevuti, al mostrato luogo n’andarono, e quivi trovarono una stuoia al muro confitta, si come per lo passato continuamente veduta v’aveano. La quale leggiermente in alto levata, vidon nel muro una finestretta da niun di loro mai piú veduta, né saputo che ella vi fosse, e in quella trovaron piú scritte, tutte per l’umiditá del muro muffate e vicino al corrompersi se guari piú state vi fossero; e quelle pianamente dalla muffa purgate, vider segnate per numeri, e conobbero quello, che in esse scritto era, esser de’ rittimi della Comedia: per che, secondo l’ordine dei numeri continuatele, insieme li tredici canti, che alla Comedía mancavan, ritrovar tutti. Per la qual cosa lietissimi quegli riscrissono e, secondo l’usanza dell’autore, prima gli mandarono a messer Cane, e poi alla imperfetta opera gli ricongiunson, come si convenia; e in cotal maniera l’opera, in molti anni compilata, si vide finita.