Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/160

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ha paura; percioché allora tutto il sangue si ritrae a lui ad aiutarlo e riscaldarlo, e il rimanente di tutto l’altro corpo rimane vacuo di sangue, e freddo e palido. — «A te convien tenere altro viaggio». In questa quarta particella fa l’autore due cose: prima dichiara ciò che Virgilio dice della natura di quella lupa, e il suo futuro disfacimento; appresso gli dimostra Virgilio quel cammino che gli par da tenere, accioché egli possa di quello luogo pericoloso uscire. La seconda quivi: «Ond’io per lo tuo me’». Dice dunque: — «A te convien tenere altro viaggio», che quello il quale di tenere ti sforzi, — «rispose» Virgilio, «poi che lagrimar mi vide, — Se vuoi campar», senza morte uscire, «d’esto loco selvaggio», come di sopra è dimostrato. E, seguendo, Virgilio gli dice la cagione perché a lui convien tenere altro cammino, dicendo: «Ché quella bestia», cioè quella lupa, «per la qual tu gride», domandando misericordia, «Non lascia altrui passar per la sua via», non della lupa, ma di colui che andar vuole; «Ma tanto lo ’mpedisce», ora in una maniera e ora in un’altra, «che l’uccide. Ed ha», questa lupa, «natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia» del divorare, «Ma dopo il pasto ha piú fame che pria». Vuole Virgilio per queste parole rimuovere un pensier vano, il quale potrebbe cadere nell’autore, dicendo: — Quantunque questa bestia sia bramosa e abbia la fame grande, egli potrá avvenire che ella prenderá alcuno animale e pascerassi, e, pasciuta, mi lascerá andare dove io disidero; —il qual avviso si rimuove per quelle parole: «E dopo il pasto ha piú fame che pria». «Molti son gli animali a cui s’ammoglia», cioè co’quali si congiugne. Questo è fuori dell’uso della natura di qualunque animale, congiugnersi con molti animali di diverse spezie; ma con alcuno assai bestie il fanno, si come il cavallo coll’asino, la leonessa col leopardo e la lupa col cane. E questo non è da dubitare che l’autore non sapesse; per che, avendol posto, assai bene possiam comprendere l’autore volere altro sentire che quello che semplicemente suona la lettera, e cosí in ciò che sèguita del rimettimento di questa lupa in inferno: la sposizione