Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/176

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qual pericolo fosse l’anima sua, è da sapere, si come il «maestro delle sentenze» afferma, esser quattro grazie quelle che la divina bontá ci presta alla nostra salute: delle quali la prima è chiamata grazia «operante», della quale dice san Paolo: «Per la grazia di Dio io sono quello che io sono»; la seconda grazia si chiama grazia «cooperante», e di questa dice san Paolo medesimo: «La grazia di Dio non fu in me vacua»; la terza graziasi chiama «perseverante», della qual dice il salmista: «Et misericordia eius subsequatur vie omnibus diebus vitae nieae»; la quarta grazia si chiama «salvante», della quale si legge nell’Evangelio: «De plenitudine eius omnes accepirnus gratiam per gratinili». Fa adunque la prima grazia, del malvagio uomo, buono, si come nel Libro della sapienza si scrive: «Verte ipsum, et non erit»; e san Paolo dice: «Fuistis aliquando tenebrae, nunc autem lux in Domino». La seconda, cioè la cooperante, fa del buono, migliore; e di ciò dice il salmo: «Ibunt de virtute in virtutem». La terza, cioè la perseverante, ne trasporta della via nella patria, della quale dice l’Evangelio: «Qui perseneraverit usque in finem, hic salvus erit»; nell’ Apocalissi si legge: «Quicumque vice rii, dabo ei edere de tigno vitae, quod est in paradiso Dei mei»; e in altra parte nell’ Apocalissi medesimo: «Quicumque vicerit, faciam illum columnam in tempio Dei rnei». La quarta, cioè la salvante, secondo i meriti guiderdona i faticanti; di che l’Evangelio dice: «Quid hic statis quotidie ociosi? ite et vos in vineam meam, et quod iustum fuerit dabo vobis»; e san Paolo: «ut recipiat unusquisque secundum ea quae fecit». Di queste quattro grazie, delle quali ho alquanto parlato, percioché piú volte nel processo di questo libro se n’ará a ragionare, piú diffusamente se ne vorrebbe esser detto; nondimeno questo basti al presente. E dico che la prima grazia senza alcun merito di colui che la riceve si dona; di che dice san Paolo: «Non secundum opera quae fecimus uos, sed secundum suam misericordiam salvos nos fecit». Le qualitá delle quali grazie considerate, assai manifestamente appare la prima delle quattro essere stata quella che al nostro autore (e similemente a ciascun altro che in simile caso si truova), fu conceduta da Dio, per la quale esso il suo misero stato conobbe.