Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/20

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o di caldo che noi abbiamo, lasciando stare gli altri infiniti accidenti e possibili, da essere a non essere sanza difficultá ci conduce; né da questo gentilezza, ricchezza, giovanezza, né altra mondana dignitá è privilegiata; della quale comune legge la gravitá convenne a Dante prima per l’altrui morte provare che per la sua. Era quasi nel fine del suo vigesimoquarto anno la bellissima Beatrice, quando, si come piacque a Colui che tutto puote, essa, lasciando di questo mondo l’angosce, n’andò a quella gloria che li suoi meriti l’avevano apparecchiata. Della qual partenza Dante in tanto dolore, in tanta afflizione, in tante lagrime rimase, che molti de’ suoi piú congiunti e parenti ed amici niuna fine a quelle credettero altra che solamente la morte; e questa estimarono dover essere in brieve, vedendo lui a niun conforto, a niuna consolazione pòrtagli dare orecchie. Gli giorni erano alle notte iguali e agli giorni le notti; delle quali niuna ora si trapassava senza guai, senza sospiri e senza copiosa quantitá di lagrime; e parevano li suoi occhi due abbondantissime fontane d’acqua surgente, in tanto che piú si maravigliarono donde tanto umore egli avesse che al suo pianto bastasse. Ma, si come noi veggiamo, per lunga usanza le passioni divenire agevoli a comportare, e similmente nel tempo ogni cosa diminuire e perire; avvenne che Dante infra alquanti mesi apparò a ricordarsi, senza lagrime, Beatrice esser morta, e con piú dritto giudicio, dando alquanto il dolore luogo alla ragione, a conoscere li pianti e li sospiri non potergli, né ancora alcuna altra cosa, rendere la perduta donna. Per la qual cosa con piú pazienza s’acconciò a sostenere l’avere perduta la sua presenzia; né guari di spazio passò che, dopo le lasciate lagrime, li sospiri, li quali giá erano alla loro fine vicini, cominciarono in gran parte a partirsi sanza tornare.

Egli era si per lo lagrimare, si per l’afflizione che il cuore sentiva dentro, e si per lo non avere di sé alcuna cura, di fuori divenuto quasi una cosa salvatica a riguardare: magro, barbuto e quasi tutto trasformato da quello che avanti esser solea; intanto che ’l suo aspetto, nonché negli amici, ma eziandio in ciascun altro che il vedea, a forza di sé metteva compassione;