Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/228

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fatta discendere in inferno, dicendo: «Amor» [grandi sono le forze dell’amore: «Aquae multae non putuerunt extíngnere ckaritatem»] «mi mosse», lá onde io era, ed egii è quegli «che mi fa parlare» e pregarti..

Appresso a questo, accioché Virgilio non sia tardo all’andare, come persona che guiderdone non aspetta della fatica, si dimostra verso lui dovere essere grata, dicendo: «Quando sarò dinanzi al Signor mio», cioè a Dio, «Di te mi loderò sovente a Lui»: — e cosí non una volta, ma molte, nella multiplicazion delle quali si mostrerá esserle stato gratissimo il servigio da lui ricevuto. E quantunque questo guiderdone, il quale ella promette, alcuna cosa non monti alla salute di Virgilio, pur si dee credere piacergli; e questo è, percioché s’egli gli è a grado che la fama di lui tra gli uomini favelli, quanto maggiormente si dee credere essergli caro che una cosí fatta donna nel cospetto di Dio il commendi e lodisi di lui? «Tacquesi allora», detto questo, «e poi comincia’ io», a dire, e (supple) dissi: — «O donna di virtú, sola per cui», cioè per cui sola, «L’umana spezie»: è l’umana generazione spezie di questo genere che noi diciamo «animali»; «eccede», cioè trapassa di virtú, ed, oltre a ciò, in tanto, che essi divengono atti a cognoscere e cognoscono Iddio, il quale alcun altro animale non cognosce; «ogni contento», cioè ogni cosa contenuta, «Dal cielo, c’ha minor li cerchi sui», il quale è quel della luna, che, percioché piú che alcun altro è vicino alla terra, è di necessitá minore che alcuno degli altri, e perciò ha i suoi cerchi, cioè le sue circonvoluzioni, minori, infra’ quali gli elementi ed ogni cosa dementata si contiene, e ancora i demòni e l’anime de’ dannati. Le quali cose tutte, per l’anima razionale e libera, trapassa l’uomo d’eccellenza. «Tanto m’aggrada ’l tuo comandamento». Qui si dimostra Virgilio assai graziosamente disposto al comandamento della donna, mostrando che egli non solamente disidera d’ubbidirla prestamente, ma dice: «Che l’ubbidir», al comandamento, «se giá fosse», in atto, «m’è tardi». E però segue: «Piú non t’è uopo aprirmi il tuo talento»; quasi dica: assJ hai detto, ed io son presto.