Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/256

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«Incontanente», come veduto ebbi e riconosciuto costui, «intesi», dalla sua viltá, «e certo fui, Che questa», che cosí correva dietro a quella insegna, «era la setta dei cattivi, A Dio spiacenti ed a’ nemici sui», cioè a’demòni; quasi voglia dire: come a Domenedio piace l’uomo il quale s’esercita sempre in bene adoperare, «quia non sufficit cibstinere a malo, nisi faciat quis quod bonum est»-, cosí dispiacciono a’demòni coloro che son pigri, oziosi e tardi, e non si esercitano in male adoperare. «Questi sciaurati». Questo vocabolo è disceso dall’antico costume de’ gentili, li quali nelle piú lor cose seguivano gli augúri, cioè quelle significazioni che dal volato e dal garrito degli uccelli, qual buona e q lai malvagia, secondo le dimostrazioni di quella facilitá, scioccamente prendevano; laonde quelli che malo augurio avevano, erano chiamati «sciagurati»; il qual vocabolo oggi appo noi suona «sventurati». «Che mai», cioè in alcun tempo, «non fúr vivi», quanto è ad operazioni spettanti ad uomini, li quali si dican vivere. «Erano ignudi»: questo medesimo si può dire di tutti i dannati, i quali non solamente son privati di vestimenti, ma di consolazione e di riposo; «e stimolati molto», trafitti, «da mosconi e da vespe, ch’eran ivi», cioè in quel luogo. «Elle», cioè i mosconi e le vespe, «rigavan lor di sangue», il quale delle trafitture usciva, «il volto». Chiamasi la faccia dell’uomo «volto», in quanto per quella il piu delle volte si discerne quello che Tuoni vuole: e cosí si diriverá da «volo vis», che sta per «volere». «Che mischiato di lagrime, a’lor piedi, Da fastidiosi vermi era ricoito», questo sangue mescolato con le lagrime de’ miseri cattivi. «E poi che a riguardare». Qui comincia la quarta parte della suddivisione della seconda parte di questo canto, nella quale, poi che discritta ha la pena dei cattivi, dice aver vedute molte anime tutte correre ad un fiume. «E poi», che veduta la miseria de’ cattivi, «che a riguardare oltre mi diedi», cioè piú avanti: il generai costume degli uomini pone, li quali, conciosiacosaché tutti siam vaghi di veder cose nuove, sempre oltre alle vedute sospigniamo gli occhi; «Vidi gente alla riva d’un gran fiume, Perch’io dissi: — Maestro», a Virgilio, «or mi