Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/257

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concedi, Ch’io sappia quali e’ sono», quegli ch’io veggio, «e qual costume Le fa di trapassar», il fiume, «parer si pronte», cioè volenterose, «Com’io discerno per lo fioco lume», — cioè per lo non chiaro lume; pcrcioché, si come Tesser fioco impedisce la chiaritá della voce, cosí le tenebre impediscono la chiaritá della luce. «Ed egli», cioè Virgilio, «a me» (stipale) rispose: — «Le cose», delle quali tu domandi, «ti fien cónte», cioè manifeste, «Quando fermerem li nostri passi», lá pervenuti, «Su la trista riviera d’Acheronte». — Secondo che scrive Pronapide nel suo Protocosmo, Acheronte è un fiume infernale, il quale dice che in una spelunca, la quale è nell’isola di Creti, nacque della prima Cerere figliuola di Celio; e, vergognandosi di venire in publico, per certe fessure della terra se ne discese in inferno. Sotto questa Azione è da intendere questo: come altra volta dissi, Titano e i figliuoli combatterono con Saturno, e presero lui e la moglie; per la qual cosa Cerere, figliuola di Celio, percioché confortato avea Saturno che non rendesse il regno a Titano, temendo di lui, si fuggi in Creti, tanto dolente, quanto piú esser poteva, di ciò che avvenuto era a Saturno, e quivi si nascose. E poi, sentendo che Giove aveva vinto Titano, e liberato Saturno e la moglie di prigione, non altrimenti che la femmina depone il peso del ventre suo partorendo, cosí Cerere, posto in questo luogo, dove occulta dimorava, ogni dolore giú ed ogni amaritudine, usci in publico lieta. E da questo dolor posto giú fu data la materia alla fizione: quasi voglia dire il dolore essersi tornato al suo principio, cioè al luogo del dolore in inferno. E questo discrive in forma di fiume, a dimostrare la quantitá essere stata grande del dolore. Ma il nostro autore gli dá, fingendo, altra origine: percioché, si come apparirá nel quattordicesimo canto del presente libro, egli mostra questo fiume e gli altri infernali nascere di gocciole d’acqua che caggiono di fessure, le quali dice essere in una statua di piú metalli, dritta nell’isola di Creti: e quivi piú a pieno se ne tratterá, e di questo e degli altri. «Allor con gli occhi vergognosi e bassi, Temendo no ’l mio dir gli fosse grave», cioè noioso, «Infino al fiume»,