Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/66

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la disposizione del cielo la quale fu nella sua nativitá, mostrante sé essere tale che magnanimitá e eloquenzia poetica dimostrava; le quali due cose significa l’alloro, álbore di Febo, e delle cui fronde li poeti sono usi di coronarsi, come di sopra è giá mostrato assai. Le bache, delle quali nutrimento prendeva il fanciullo nato, gli effetti da cosí fatta disposizione di cielo, quale è mostrata, giá proceduti, intendo; li quali sono i libri poetici e le loro dottrine, da’ quali libri e dottrine fu altissimamente nutricato, cioè ammaestrato il nostro Dante.

Il fonte chiarissimo, della cui acqua le parea che questi bevesse, niuna altra cosa giudico che sia da intendere se non l’ubertá della filosofica dottrina morale e naturale; la quale si come dalla ubertá nascosa nel ventre della terra procede, cosí e queste dottrine dalle copiose ragioni dimostrative, che terrena ubertá si possono dire, prendono essenza e cagione: senza le quali, cosí come il cibo non può bene disporsi, senza bere, negli stomaci di chi ’l prende, non si può alcuna scienzia bene negl’intelletti adattare di nessuno, se dalli filosofici dimostramenti non v’è ordinata e disposta. Per che ottimamente possiamo dire, lui con le chiare onde, cioè con la filosofia, disporre nel suo stomaco, cioè nel suo intelletto, le bache delle quali si pasce, cioè la poesia, la quale, come giá è detto, con tutta la sua sollecitudine studiava. Il divenire subitamente pastore ne mostra la eccellenzia del suo ingegno, in quanto subitamente; il quale fu tanto e tale, che in brieve spazio di tempo comprese per istudio quello che opportuno era a divenire pastore, cioè datore di pastura agli altri ingegni di ciò bisognosi. E si come assai leggermente ciascuno può comprendere, due maniere sono di pastori: Luna sono pastori corporali, l’altra spirituali. Li corporali pastori sono di due maniere, delle quali la prima è quella di coloro che volgarmente da tutti sono appellati «pastori», cioè i guardatori delle pecore o de’ buoi o di qualunque altro animale; la seconda maniera sono i padri delle famiglie, dalla sollecitudine de’ quali convegnono essere e pasciuti e guardati e governati la gregge de’ figliuoli