Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/76

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crudelissimo re de’ vandali e generai guastatore quasi di tutta Italia, molti de’ cittadini uccisi, quella ridusse in cenere e in ruine. Poi, trapassato giá il trecentesimo anno, e Carlomagno, clementissimo re de’ franceschi, essendo all’altezza del romano imperio elevato, avvenne che, o per propio movimento, forse da Dio a ciò spirato, o per prieghi pòrtigli da alcuni, che il detto Carlo alla reedificazione della detta cittá l’animo dirizzò, e a coloro medesimi, li quali primi conditori n’erano stati, la fatica commise. Li quali in pieeoi cerchio riducendola, quanto poterono, si come ancora appare, a Roma la fér simigliante, seco raccogliendovi dentro quelle poche reliquie che de’ discendenti degli antichi scacciati si poter ritrovare. Vennevi, secondo che testimonia la fama, tra’ novelli reedificatori un giovane, per origine de’ Frangiapani, nominato Eliseo; il quale, che che cagion sei movesse, di quella divenne perpetuo cittadino; del quale rimasi laudevoli discendenti ed onorati molto, non l’antico cognome ritennero, ma, da colui, che quivi loro aveva dato principio, prendendolo, si chiamar gli Elisei. De’ quali, di tempo in tempo e d’uno in altro discendendo, tra gli altri nacque e visse un cavaliere per arme e per senno ragguardevole, il cui nome fu Cacciaguida; il quale per isposa ebbe una donzella nata degli Aldighieri di Ferrara, della quale forse piú figliuoli ricevette. Ma, come che gli altri nominati si fossero, in uno, si come le donne sogliono esser vaghe di fare, le piacque di rinnovare il nome de’ suoi maggiori, e nominollo Aldighieri; comeché il vocabol poi, per sottrazione d’alcuna lettera, rimanesse Alighieri. Il valor del quale fu cagione a quegli, che disceser di lui, di lasciare il titolo degli Elisei e di cognominarsi degli Alighieri. Del quale, come che alquanti e figliuoli e nepoti e de’ nepoti figliuoli discendessero, regnante Federigo secondo imperadore, uno ne nacque, il quale dal suo avolo nominato fu Alighieri, piú per colui di cui fu padre che per sé chiaro. Questi nella sua donna generò colui del quale dee essere il futuro sermone. Né pretermise il nostro signore Iddio, che alla madre nel sonno non dimostrasse cui ella portasse nel ventre. Il che allora poco inteso e non curato, in processo di