Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/106

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con lieto e libero animo alle lunghe fatiche degli studi, delle virtú e delle scienze: e, passato il fiumicello, cioè le temporali delizie scalpitate, con cinque solenni poeti, cioè con quegli dottori li quali sieno per sofficienza degni a dimostrar quella via, [per la quale] alle filosofiche operazioni e perfezion si perviene. E intendo per le sette porti, per le quali dice che entrò con que’ savi, le sette arti liberali: e non per quelle sette arti le quali molti intendono esser quelle con le quali i demòni ingannano gli sciocchi. E chiamansi «liberali», percioché in esse non osava, al tempo che i romani signoreggiavano il mondo, studiare altri che’liberi uomini: o vogliam dire che liberali si chiamano, percioché elle rendono liberi molti uomini da molti e vari dubbi, ne’ quali senza esse intrigati sarebbono. E di queste arti ottimi dimostratori furono i predetti poeti, se con intera mente si riguarderanno i libri loro, ne’ quali, quantunque esplicitamente le regole, spettanti a dover dare la dottrina di quelle, per avventura non vi si truovino, e’ vi si truovano le conclusioni vere e gli effetti certi delle regole, per le quali si solvono i dubbi li quali intorno alle regole posson cadere. È nondimeno da sapere non esser di necessitá, a colui che odierno filosofo vuol divenire, sapere perfettamente ciascuna delle liberali arti. Saperne alcuna perfettamente è del tutto opportuno, si come al filosofo la grammatica e la dialettica, al poeta e all’oratore la grammatica e la rettorica: poi sapere dell’altre i principi, e sapergli bene, è assai a ciascuno. Entrò adunque l’autore, per gli effetti delle liberali arti, con questi cinque dottori (co’ quali si dee intendere ciascun altro entrare, il qual degno si fa per suo studio, imitando i valenti uomini), nel prato della verzicante fama della filosofia, dove da questi medesimi, cioè da’ valenti uomini, e massimamente da’ poeti, gli son dimostrati coloro che per le filosofiche operazioni meritarono la fama, la quale ancora è verde. E dissi «massimamente da’ poeti», percioché di queste cosí fatte dimostrazioni niun altro par dover essere miglior maestro, che colui il quale col suo artificio sa perpetuare i nomi de’ valenti uomini, e le glorie degl’imperadori e de’popoli: e questi sono i poeti, de’quali è