Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/119

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i piedi», a quegli che dentro v’erano: «E quivi», dove egli era cosi basso, «fu del fosso», cioè di quel fiume, «il nostro passo», cioè per quel luogo passammo in un bosco, il quale nel seguente canto discrive.

E, passati che furono: — «Si come tu da questa parte», dalla qual venuti siamo, «vedi, Lo bullicame, che sempre si scema», tanto che, come tu vedi, non cuopre piú su che i piedi: «— Disse ’1 centauro, —voglio che tu credi, Che da quest’altra», parte, lungo la quale noi non siam venuti, «a piú a piú giú priema Lo fondo suo», e cosi si fa piú cupo, «infin ch’e’ si raggiugne, Ove la tirannia convien che gema», cioè a quel luogo dove 10 ti mostrai essere Alessandro e Dionisio. E, accioché egli sia informato di quegli che in quel profondo tutti coperti del sangue sostengon pena, ne nomina alcuni dicendo: «La divina giustizia di qua», cioè da questa parte da te non veduta, «pugne», cioè tormenta, «Quell’Attila, che fu flagello in terra». Attila, secondo che scrive Paolo Diacono nelle sue Croniche, fu re de’ goti al tempo di Marziano imperadore. Ed essendo egli, e un suo fratello chiamato Bela, potentissimi signori, si come quegli che per la lor forza s’avevano molti reami sottomessi; accioché solo possedesse cosi grande imperio, iniquamente uccise Bela. E quindi, venutogli in animo di levar di terra il nome romano, con grandissima moltitudine de’ suoi sudditi passò in Italia; al quale fattisi i romani incontro, con loro molti popoli e re occidentali combatteron con lui; nella qual battaglia furono uccise tante genti dell’una parte e dell’altra, che quasi ciascun rimase come sconfitto; e, secondo che scrive Paolo predetto, e’ vi furono uccisi centottanta migliaia d’uomini. Per la qual cosa Attila, tornato nel regno, inanimato piú che prima contro al romano imperio, restaurato nuovo esercito, passò di qua la seconda volta, e, dopo lungo assedio, prese Aquileia, e poi piú altre cittá e terre di Frigoli, e tutte le disolò: e passato in Lombadia, similmente molte ne prese e disfece: ma quasi tutte, fuori che Modona, per la quale passò col suo esercito, e per i meriti de’ prieghi di san Gimignano, 11 quale allora era vescovo di quella, non la vide infino a tanto