Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/289

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salvo la difficoltá materiale di frapporre e sovrapporre tanta scrittura a pagine scritte, senza pensare a fogli qua e lá intercalati. Sia chiaro tuttavia che anche se l’«originale» dei codici fiorentini non conteneva l’autografo del Boccaccio, ma una trascrizione, e anche se questa trascrizione fosse giá adattata alle esigenze del rifacimento e conglobata con esso, i criteri da seguire per la condotta di un’edizione del Contento permarrebbero in sostanza gli stessi. Tornando dunque alla presente edizione, essa, prima di ogni altra cosa, riproduce il testo qual è nei detti codici fiorentini, cioè il testo integrato. L’ultima edizione, quella del Milanesi (Le Monnier, 1863), sebbene sia molto migliore delle due precedenti (Napoli, Ciccarelli, 1724, con la falsa data di Firenze, e Moutier, 1831-2), e sia condotta sugli stessi codici, sui quali è condotta la presente, non è degna di un’opera che porta il nome del Boccaccio, come gli studiosi non ignorano. Vi si trovano pagine infedelmente trascritte, con omissioni, con parole fraintese, finanche con periodi che dánno un senso opposto a quello che devono avere. Altre e piú numerose pagine appaiono appena trascritte anziché interpetrate. L’interpunzione è quanto mai disordinata. Il lettore, che vorrá esaminare parallelamente l’ediz. Milanesi e la presente, di fronte a moltissimi tratti, si domanderá se non siano cosa nuova.

Il Milanesi divise il Comento in 60 lezioni; le edizioni precedenti dividevano invece il testo in capitoli, secondo la successione dei canti, e la piú parte dei capitoli in due parti, del senso letterale e del senso allegorico.

Non vi può essere dubbio che l’intenzione dell’autore, come la vera fisonomia del suo lavoro, è meglio rispettata dalle edizioni del Ciccarelli e del Moutier, sulla fede dei codici. Difatti M 1, S e R segnano in modo evidente la divisione e suddivisione per capitoli, lasciando spazi in bianco e venendo a capo pagina, interponendo rubriche o segnandole o ripetendole a margine e dando rilievo alle iniziali. M 3 si contenta del capoverso e delle rubriche, che però sono omesse talvolta (0. (1) Quali queste rubriche fossero originalmente, non è perspicuo. M 1 seri ve: «Capitolo primo della prima cantica delia Commedia di Dante Alinghieri» (ma è d’altra mano che il testo); «Allegorie del cap.° primo dello’nferno (corretto «della Prima cantica») della Commedia di Dante Alinghieri»; «Cap.° ij° della prima cantica della Commedia di Dante» (d’altra mano), e a margine «Canto ij°» (della mano del testo); «Allegorie del ij» cap.° della Commedia di Dante» (d’altra mano); «Cap. iij«»