Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/79

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proprie persone de’detti tre, «ed in lor cose, com’udirai con aperta ragione».

E cosi, di tre, paion divenute sei quelle cose nelle quali far si può violenza. E quali queste sieno, e in che maniera si possa in esse far violenza, distingue e dichiara, cosi cominciando dal prossimo: e dice che «Morte per forza», come uccidere col coltello, col veleno, col capestro, o col fuoco o in altra maniera, le quali son morti violente che si possono nel prossimo dar per forza; «e ferute dogliose Nel prossimo si danno», cioè nella propria persona del prossimo; e quinci dimostra quello che violentemente s’adopera, o può adoperare, nelle sustanze del prossimo, dicendo: «e nel suo avere», cioè nelle sue possessioni e ricchezze, «Ruine», come è disfargli le case, «e incendi», come è ardergliele o ardergli le biade, e «toilette dannose», come è il rubargli le sue cose, tórgli la moglie, la figliuola, il bestiame e simili sustanze. E, questo dimostrato, piú particularmente narrandogli, dimostra in qual de’ tre gironi tormentati sieno, dicendo: «Odii», cioè coloro che odio portano al prossimo, volendo per questo s’intendano coloro in questo medesimo luogo esser dannati, li quali, quantunque queste violenze non facciano, le farebbon volentieri se potessono, e, perché piú non possono, hanno in odio il prossimo; «omicide, e ciascun che mal fiere» (dice «mal fiere», a distinguer da questi cotali coloro li quali, posti per esecutori della giustizia, giustamente uccidono e feriscono); «Guastatori», come sono incendiari e simili uomini, «e predón», cioè rubatori, corsari e tiranni e simiglianti, «tutti tormenta Lo giron primo», di questo primo cerchio, e tormentali «per diverse schiere», volendo che per questo s’intenda questi cotali peccatori esser piú e men tormentati, secondo che hanno piú o meno offeso, si come apparirá lá dove tormentati gli discrive.

E, mostrato della violenza che si può fare nel prossimo e nelle sue cose, dimostra quello che l’uom può fare in se medesimo e nelle sue cose, e quello che di ciò gli segua, e dice: «Puote uomo avere in sé man violenta», uccidendosi col coltello e col capestro, come molti hanno giá fatto, «E ne’ suoi beni»,