Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/81

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disposto a volerla insieme co’ cittadini sovvèrtere, prima il manifestò ad Abraam, il quale il pregò che non volesse fare a’ buoni sostener pena per le colpe de’ malvagi; e, promettendo Iddio di perdonare a’ malvagi per amor de’ buoni, se alquanti vi se ne trovassono, non sappiendovene Abraam trovare quantitá alcuna di quelli che domandati avea, fu contento al piacer di Dio. Per la qual cosa Iddio mandò due suoi angeli a Lot, nepote d’Abraam, il quale abitava in quella, ed era buono e onesto • e santo uomo; e per loro gli comandò che di quella con la sua famiglia si dovesse partire, manifestandogli quello che di fare intendeva. Erano i due angeli, quando alla casa di Lot pervennero, in forma di due speziosissimi giovanetti, li quali da’ sogdomiti veduti, incontanente corsono alla casa di Lot, addomandando d’aver questi giovani. Lot, il quale si come messi del suo Signore ricevuti li avea, non gli volle lor dare, ma per sodisfare all’impeto della lor lussuria, e per servare l’onore de’ giovani che a casa gli eran venuti, volle lor dare due sue belle figliuole vergini, le quali in casa aveva: ma essi, non volendole, e volendo far impeto nella casa, subitamente per divino giudicio tutti divennero ciechi. Lot con la famiglia sua poi usci della cittá, secondo il comandamento fattogli, e incontanente senti dietro a sé grandissima tempesta e orribili tuoni e folgori cader da cielo, le quali Sogdoina e’ suoi cittadini, e alcune altre terre le quali in simigliatiti vizi peccavano, arsono e consumaron tutte, lasciando nondimeno, in detestabile memoria di sé, questo infame sopranome a tutti coloro li quali in vizio contro natura peccano.

Caorsa è una cittá di Proenza, ovvero in Tolosana, secondo che si racconta, si del tutto data al prestare a usura, che in quella non è né uomo né femmina, né vecchio né giovane, né piccol né grande che a ciò non intenda; e non che altri, ma ancora le serventi, non che il lor salario, ma se d’altra parte sei o otto denari venisser loro alle mani, tantosto gli dispongono e prestano ad alcun prezzo. Per la qual cosa è tanto questo lor miserabile esercizio divulgato, e massimamente appo noi, che, come l’uom dice d’alcuno: — Egli è caorsino, — cosi s’intende ch’egli sia usuraio.