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212 il corbaccio

male i loro danari spesi, acciò che gittati non paiano, queste cose nelle dette maniere lasciano usare, senza guardare in che segno debba ferire quello strale. Come esse da questo fiere nelle case divengono, i miseri il sanno, che ’l pruovano: esse, si come rapide e fameliche lupe, venute ad occupare i patrimoni, i beni e le ricchezze de’ mariti, or qua or lá discorrendo, in continui romori co’ servi, colle fanti, co’ fattori, co’ fratelli e figliuoli de’ mariti medesimi stanno, mostrando sé tenere riguardatrici di quelli, dove esse discipatrici desiderano d’essere; senza che, acciò che tenere paiano di coloro di cui esse hanno poca cura, mai ne’ lor letti non si dorme, tutta la notte in letigi si trapassa e in questioni, dicendo ciascuna al suo:

«— Ben veggio come tu m’ami: ben sarei cieca se io non m’accorgessi che altri t’è all’animo piú ch’io. Credi tu ch’i’ sia abbagliata; e ch’io non sappia a cui tu vai dietro, a cui tu vuogli bene e a cui tu tutto ’l di favelli? Ben so bene: io ho migliori spie che tu non credi. Misera me! Che è cotanto tempo ch’io ci venni, eppure una volta ancora non mi dicesti, quando a letto mi vengo: - Amor mio, ben sia venuta. - Ma, alla croce di Dio, io farò di quelle a te, che tu fai a me. Or son io cosí sparuta? Non son io cosí bella come la cotale? Ma sai che ti dico? Chi due bocche bacia, l’una convien che gli puta. Fatti in costá: se Dio m’aiuti, tu non mi toccherai: va’ dietro a quelle di che tu se’ degno; ché certo tu non eri degno d’avere me; e fai ben ritratto di quel che tu se’. Ma a fare a far sia. Pensa che tu non mi ricogliesti del fango; e Dio il sa clienti e quali erano quelli che se l’arebbono tenuto in grazia d’avermi presa senza dote; e sarei stata donna e madonna d’ogni lor cosa: e a te diedi cotante centinaia di fiorini d’oro, né mai pur d’un bicchiere d’acqua non ci potè’ esser donna, senza mille rimbrotti de’ frateti e de’ fanti tuoi; basterebbe s’io fossi la fante loro. E’ fu ben la mia disavventura ch’io mai ti vidi: che fiaccar possa la coscia chi prima ne fece parola. —

«E con queste e con molte simili, e piú altre assai piú cocenti, senza niuna legittima o giusta cagione avere, tutta la