Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/353

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nota 347

proposto dubitativamente dal Corazzini; affectibus ivi24, ms. effectibus; es ivi30, ms. est; errore ivi, ms. errori; omnino ivi31, ms. aĩo che sará certo una svista per oĩo: emend. del Corazzini; gnatonicorum 1879, ms. gna tomicorum; insignem ivi17, ms. insiē, emend. del Corazzini; meque ivi20, ms. neque; decebat ivi23, ms. dicebat; quod ivi25, ms. quid1.

Nell’ep. XVII (S, cc. 120 v-121 v): nolano4, ms. nolario che il Corazzini emendò in notario dando origine ad uno spiacevole errore di fatto2; crebro ivi9, ms. crebo; repagulo ivi13, ms. repaculo; elegantiam ivi19, ms. elegantia; quia viderem ivi24, ms. videre quia, dove videre potrebbe considerarsi dipendente direttamente da «letatus sum» ma allora il quia rimarrebbe senza impiego con quei due infiniti che seguono «stare» e «deperisse»; videtur ivi26, ms. vir (l’amanuense doveva scrivere vir); mee fortune 1893, ms. meo fortuite (!); forte ivi4, ms. fonte offeras: questo secondo offeras si elimina facilmente, fonte potrebb’essere buona lezione ma accogliendolo conveniva far dipendere l’abl. da un ex o un de da restituire («de liberalitatis tue fonte» ) cosí che mi parve meglio il ritocco; semisopitam ivi6, ms. semiposopitam (!); videris ivi11, ms. videas; laboriosam ivi, ms. laboriosa; magnificentie ivi26, ms. munificentie forse influito dal suono di muneribus che precede; bonorum ivi32, ms. locorum (ma il contesto esclude che si tratti qui di «loca»); que ivi, suppl. da me e l’aveva giá messo innanzi il Corazzini; proresiis 1907, ms. prolesiis3; postremus ivi9, ms. prostremus; Habes ivi21, ms. Hes per ommissione del segno di compendio; euganeos ivi26, ms. origaneos, emend. dal Corazzini che per altro stampò euganeas; nationes ivi27, ms. rationes; civis ivi30, ms. ciuus con l’-us rappresentato dal noto segno di compendio, onde fu facile la lettura cuius, che passò infatti nei discendenti di S4.



  1. Il Ricc. 805 reca giá es 18630 e decebat 18723, e di lí tolse la prima lezione l’editore.
  2. Niccolò era conte di Nola, e al «comiti nolano» è indirizzata un’ep. del Salutati (II, ii): illustrandola il Novati rammentò «il titolo di notaio che gli vediamo attribuito dal Boccaccio» (Epist. di C. Sal., I, p. 58, n. 1). Anche nella prima lettera di Barbato al Nostro abbiamo visto nominarsi «comes nolanus» (qui, p. 332, l. 15).
  3. Nella Genol. il Bocc. usò da prima la forma «ploresiis», che poi emendò «proresiis» (cfr. Hecker, op. cit., pp. 189 e n. 7, 262 e n. 2, 297 e n. 6).
  4. Nel Ricc. 805 videtur 18826 è correttamente rappresentato da vir, manca il secondo offeras 1894 e si legge magnificentie ivi26; l’amanuense e critico tentò anche di correggere Hes per Habes 19021 ma aggravò lo sbaglio (hos), e cosí di