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92 Giovanni Boccacci

LIX.


Non deve alcuno, per pena soffrire1,
     Quanto che ’l tempo paia lungo o sia,
     Gittar del tutto la speranza via
     O stoltamente cercar di morire:
     Ché una hora sola può sopravenire,5
     La qual discaccia ogni fortuna ria
     E sì consola altrui, che l’homo oblia
     Danno e dolor e fatica e martire.
Et io el so, el qual già lungamente
     Chiesi mercé con doloroso pianto10
     Agli occhi bei, che già fur dispiatati;
     E, non sperando ciò, subitamente
     Amor i mie’ suspir rivolse in canto,
     E sento la letitia de’ beati.


LX.


Chi che2 s’aspecti con piacer i fiori,
     Et di veder le piante rivestire
     Et per le selve gli uccelletti udire
     Cantando forse i lor più caldi amori,
     Io non son quel; ma, com’io sento fuori5
     Zephiro et veggio il bel tempo venire,
     Così m’attristo, et parmi allor sentire
     Nel pecto un duol, il qual par che m’accuori.


  1. «Per quanto soffra.»
  2. «Chiunque.»