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140 | Giovanni Boccacci |
CIII.
Era sereno il ciel, di stelle adorno,
E i venti tutti nelle lor caverne
Posavono, et le nuvolette esterne[1]
Resolut’eron tutte intorno intorno,
Quand’una fiamma più chiara che ’l giorno,5
Rimirand’io alle cose superne,
Veder mi parve per le strade eterne
Volando fare al suo loco[2] ritorno;
Et di quella ver me nascer parole,
Le quai dicien: — Chi meco esser desia,10
Benign’esser convien et ubidiente
Et d’humiltà vestito; et, s’altro vuole
Cammin tener[3], già mai meco non fia
Nel sacro regno della lieta gente — .
CIV.
Le rime, le quai già fece sonore
La voce giovinil ne’ vaghi orecchi[4],
Et che movien de’ mia pensier parecchi[5]
A quel desio che m’infiammava il core,