Pagina:Boccaccio-Caccia e Rime-(1914).djvu/27

Da Wikisource.

Avvertenza xix

che svolta la questione dei ventinove sonetti dell’Appendice (qui ripubblicati, perché nulla manchi al volume di quanto appartiene alla produzione lirica boccaccesca): ove si potesse tener conto solamente degli argomenti interni, ossia cavati dal contesto dei sonetti, nessun dubbio dovrebbe sorgere sulla legittimità dell’attribuzione al nostro poeta, ma disgraziatamente i testi a penna li riferiscono senza il nome dell’autore, e questo vieta di distribuirli tra le varie categorie delle liriche sicuramente autentiche. Reggendo il presupposto della loro genuinità, i primi ventiquattro andrebbero ad ingrossare il numero delle rime composte per il massimo amore; i tre successivi apparterrebbero alle vicende amorose dell’età matura: poi si avrebbe un altro sonetto in morte della Fiammetta, ed infine uno che, pieno di confessioni di stanchezza e di sconforto, preluderebbe alle devote celebrazioni della Vergine rimasteci in tre sonetti della serie certa.

Delle illustrazioni mie ai testi, dei quali ò brevemente discorso sin qui, non mi accade avvertir nulla: esse sono prevalentemente storiche, pur avendo io creduto di dover largheggiare anche in dichiarazioni esegetiche e lessicali, che, superflue agli studiosi, non parranno per avventura tali a non piccola parte di quella più larga categoria di persone cólte cui specialmente si rivolge questa ben auspicata, e da rivelarsi certamente provvida in non remoto avvenire, ‘Collezione di Classici italiani’.

Rimini, 31 maggio 1914.

Aldo Francesco Massèra.