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102 giornata seconda

venissi in casa tua che io a te nell’altrui, egli ha gran pezza che io a te venuta sarei. — Appresso queste parole, ella cominciò distintamente a domandare di tutti i suoi parenti nominatamente; alla quale di tutti Andreuccio rispose, per questo ancora piú credendo quello che meno di credere gli bisognava. Essendo stati i ragionamenti lunghi ed il caldo grande, ella fece venire greco e confetti, e fe’ dar bere ad Andreuccio; il quale dopo questo partir volendosi, per ciò che ora di cena era, in niuna guisa il sostenne, ma sembianti fatto di forte turbarsi, abbracciandol disse: — Ahi lassa me! ché assai chiaro conosco come io ti sia poco cara. Che è a pensare che tu sii con una tua sorella mai piú da te non veduta, ed in casa sua, dove, qui venendo, smontato esser dovresti: e vogli di quella uscire per andare a cenare all’albergo? Di vero tu cenerai con essomeco: e perché mio marito non ci sia, di che forte mi grava, io ti saprò bene, secondo donna, fare un poco d’onore. — Alla quale Andreuccio, non sappiendo altro che rispondersi, disse: — Io v’ho cara quanto sorella si dée avere, ma se io non ne vado, io sarò tutta sera aspettato a cena e farò villania. — Ed ella allora disse: — Lodato sia Iddio, se io non ho in casa per cui mandare a dire che tu non sii aspettato! Benché tu faresti assai maggior cortesia, e tuo dovere, mandare a dire a’ tuoi compagni che qui venissero a cenare, e poi, se pure andare te ne volessi, ve ne potreste tutti andar di brigata. — Andreuccio rispose che de’ suoi compagni non volea quella sera, ma poi che pure a grado l’era, di lui facesse il piacer suo. Ella allora fe’ vista di mandare a dire all’albergo che egli non fosse atteso a cena; e poi, dopo molti altri ragionamenti, postisi a cena e splendidamente di piú vivande serviti, astutamente quella menò per lungo infino alla notte oscura: ed essendo da tavola levati, ed Andreuccio partir volendosi, ella disse che ciò in niuna guisa sofferrebbe, per ciò che Napoli non era terra da andarvi per entro di notte, e massimamente un forestiere, e che, come che egli a cena non fosse atteso aveva mandato a dire, cosí aveva dell’albergo fatto il simigliante. Egli, questo credendo, e dilettandogli, da falsa credenza ingannato, d’esser con costei,