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290 giornata quarta

entrerá in me, e quanto egli stará con voi, tanto si stará l’anima mia in paradiso. — Disse allora donna poco-fina: — Ben mi piace; io voglio che, in luogo delle busse le quali egli vi diede a mie cagioni, che voi abbiate questa consolazione. — Allora disse frate Alberto: — Or farete che questa notte egli truovi la porta della vostra casa per modo che egli possa entrarci, per ciò che venendo in corpo umano, come egli verrá, non potrebbe entrare se non per l’uscio. — La donna rispose che fatto sarebbe. Frate Alberto si partí, ed ella rimase faccendo sí gran galloria, che non le toccava il cul la camiscia, mille anni parendole che l’agnolo Gabriello a lei venisse. Frate Alberto, pensando che cavaliere, non agnolo, esser gli convenia la notte, con confetti ed altre buone cose s’incominciò a confortare, acciò che di leggeri non fosse da caval gittato; ed avuta la licenza, con un compagno, come notte fu, se n’entrò in casa d’una sua amica, dalla quale altra volta aveva prese le mosse quando andava a correr le giumente: e di quindi, quando tempo gli parve, trasformato se n’andò a casa della donna, ed in quella entrato, con sue frasche che portate aveva, in agnolo si trasfigurò, e salitosene suso, se n’entrò nella camera della donna. La quale, come questa cosa cosí bianca vide, gli s’inginocchiò innanzi, e l’agnolo la benedisse e levolla in piè, e fecele segno che a letto s’andasse; il che ella, volonterosa d’ubidire, fece prestamente, e l’agnolo appresso con la sua divota si coricò. Era frate Alberto bello uomo del corpo e robusto, e stavangli troppo bene le gambe in su la persona; per la qual cosa, con donna Lisetta trovandosi che era fresca e morbida, altra giacitura faccendole che il marito, molte volte la notte volò senza ali, di che ella forte si chiamò per contenta: ed oltre a ciò, molte cose le disse della gloria celestiale. Poi, appressandosi il dí, dato ordine al ritornare, co’ suoi arnesi fuor se n’uscí e tornossi al compagno suo, al quale, acciò che paura non avesse dormendo solo, aveva la buona femina della casa fatta amichevole compagnia. La donna, come desinato ebbe, presa sua compagnia, se n’andò a frate Alberto e novelle gli disse dell’agnol Gabriello e ciò che da lui udito avea della gloria