Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/92

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88 giornata seconda

lui cominciò piacevolmente a ragionare e domandare chi fosse, donde venisse e dove andasse. Al quale Alessandro ogni suo stato liberamente aperse e sodisfece alla sua domanda, e sé ad ogni suo servigio, quantunque poco potesse, offerse. L’abate, udendo il suo ragionare bello ed ordinato, e piú partitamente i suoi costumi considerando, e lui seco estimando, come che il suo mestiere fosse stato servile, esser gentile uomo, piú del piacere di lui s’accese: e giá pieno di compassion divenuto delle sue sciagure, assai famigliarmente il confortò e gli disse che a buona speranza stesse, per ciò che, se valente uom fosse, ancora Iddio il riporrebbe lá onde la fortuna l’aveva gittato e piú ad alto; e pregollo che, poi verso Toscana andava, gli piacesse d’essere in sua compagnia, con ciò fosse cosa che esso lá similmente andasse. Alessandro gli rendé grazie del conforto, e sé ad ogni suo comandamento disse esser presto. Camminando adunque l’abate, al quale nuove cose si volgean per lo petto del veduto Alessandro, avvenne che dopo piú giorni essi pervennero ad una villa la quale non era troppo riccamente fornita d’alberghi; e volendo quivi l’abate albergare, Alessandro in casa d’uno oste il quale assai suo dimestico era il fece smontare, e fecegli la sua camera fare nel meno disagiato luogo della casa: e quasi giá divenuto un siniscalco dell’abate, sí come colui che molto era pratico, come il meglio si potè per la villa allogata tutta la sua famiglia, chi qua e chi lá, avendo l’abate cenato e giá essendo buona pezza di notte, ed ogni uomo andato a dormire, Alessandro domandò l’oste lá dove esso potesse dormire. Al quale l’oste rispose: — In veritá io non so: tu vedi che ogni cosa è pieno, e puoi veder me e la mia famiglia dormire su per le panche; tuttavia nella camera dell’abate son certi granai a’ quali io ti posso menare, e porrovvi suso alcun letticello, e quivi, se ti piace, come meglio puoi questa notte ti giaci. — A cui Alessandro disse: — Come andrò io nella camera dell’abate, che sai che è piccola, e per istrettezza non v’è potuto giacere alcun de’ suoi monaci? Se io mi fossi di ciò accorto quando le cortine si tesero, io avrei fatto dormire sopra i granai i monaci suoi,