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Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/140

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134 giornata ottava

ché, se io non erro, io avrò preso un paolin per lo naso. — E cominciatolo con la coda dell’occhio alcuna volta a guardare, in quanto ella poteva, s’ingegnava di dimostrargli che di lui le calesse, d’altra parte pensandosi che quanti piú n’adescasse e prendesse col suo piacere, tanto di maggior pregio fosse la sua bellezza, e massimamente a colui al quale ella insieme col suo amore l’aveva data. Il savio scolare, lasciati i pensier filosofici da una parte, tutto l’animo rivolse a costei: e credendosi doverle piacere, la sua casa apparata, davanti v’incominciò a passare, con varie cagioni colorando l’andate. Al quale la donna, per la cagion giá detta di ciò seco stessa vanamente gloriandosi, mostrava di vederlo assai volentieri; per la qual cosa lo scolare, trovato modo, s’accontò con la fante di lei ed il suo amor le scoperse, e la pregò che con la sua donna operasse sí, che la grazia di lei potesse avere. La fante promise largamente ed alla sua donna il raccontò, la quale con le maggior risa del mondo l’ascoltò, e disse: — Hai veduto dove costui è venuto a perdere il senno che egli ci ha da Parigi recato? Or via, diangli di quello che va cercando. Dira’gli, qualora egli ti parla piú, che io amo molto piú lui che egli non ama me: ma che a me si convien di guardar l’onestá mia, sí che io con l’altre donne possa andare a fronte scoperta; di che egli, se cosí è savio come si dice, mi dée molto piú cara avere. — Ahi cattivella cattivella! ella non sapeva ben, donne mie, che cosa è il mettere in aia con gli scolari. La fante, trovatolo, fece quello che dalla donna sua le fu imposto. Lo scolar lieto procedette a piú caldi prieghi ed a scriver lettere ed a mandar doni, ed ogni cosa era ricevuta, ma indietro non venivan risposte se non generali: ed in questa guisa il tenne gran tempo in pastura. Ultimamente, avendo ella al suo amante ogni cosa scoperta ed egli essendosene con lei alcuna volta turbato ed alcuna gelosia presane, per mostrargli che a torto di ciò di lei suspicasse, sollecitandola lo scolar molto, la sua fante gli mandò, la quale da sua parte gli disse che ella tempo mai non aveva avuto da poter far cosa che gli piacesse, poi che del suo amore fatta l’aveva certa, se non che, per la festa del Natale